Colori regioni: zona rossa, arancione e gialla. Cosa può succedere

Misure più restrittive per alcune aree, tra cui la Lombardia e l'Emilia Romagna. A rischio lockdown Umbria e Abruzzo

Colori regioni, si cambia ancora

Colori regioni, si cambia ancora

Milano, 18 febbraio 2021 - Italia pronta a cambiare nuovamente i colori delle sue regioni. La mappa è stata modificata meno di una settimana fa, ma già questo weekend potrebbe trovarsi ad affrontare tonalità diverse. Con il nuovo monitoraggio della cabina di regia, in programma domani, venerdì 19 febbraio, infatti, alcune Regioni potrebbe modificare l'attuale divisione in zone a seconda del livello di rischio legato alla situazione epidemiologica.

Colori regioni: ecco come va l'analisi dei parametri
Colori regioni: ecco come va l'analisi dei parametri
L'attuale mappa dell'Italia

Al momento nessuna Regione si trova in area rossa. Da questa settimana, però, sono aumentate quelle che si trovano in zona arancione: Abruzzo, Liguria, Toscana, Provincia Autonoma di Bolzano e Provincia autonoma di Trento (quindi l'intero Trentino Alto Adige) si sono aggiunte all'Umbria, mentre la Sicilia è passata in zona gialla. Sommandosi a Calabria, Campania, Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Valle d’Aosta, Veneto.

Lombardia a rischio zona arancione
Lombardia a rischio zona arancione
Sei regioni rischiano la zona arancione

In alcune Regioni la situazione epidemiologica è in peggioramento a causa della diffusione delle varianti Covid e potrebbero quindi passare dalla zona gialla a quella arancione. Si tratta della Lombardia, dell'Emilia-Romagna, delle Marche, del Friuli-Venezia Giulia, del Piemonte e del Lazio

LOMBARDIA - La Lombardia è l'unica regione sopra quota mille nuovi casi giornalieri. Ieri, a fronte di 38.296 tamponi effettuati (di cui 24.740 molecolari e 13.556 antigenici), sono stati 1.764 i nuovi positivi (4,6%), di cui 103 "debolmente positivi". I guariti/dimessi sono stati 1.715 per un dato complessivo da inizio pandemia pari a 490.907, di cui 3.186 dimessi e 487.721 guariti. Diminuiti i ricoverati nelle terapie intensive (-10 rispetto a ieri) che sono attualmente 363, mentre sono salite a 3.740 (+47) le persone ricoverate in altri reparti. Si sono registrati purtroppo altri 29 decessi, che portano il totale delle vittime  a 27.883. Nella Regione sono quattro le micro zone rosse create per frenare l'alta circolazione del virus: Bollate, Castrezzato, Mede e Viggiù. 

Covid in Lombardia, il bollettino del 17 febbraio

Stefano Bonaccini
Stefano Bonaccini

MARCHE - Stessa situazione per le Marche, nonostante l'ordinanza del presidente della Regione Francesco Acquaroli che limita gli spostamenti da e per la provincia di Ancona, la più colpita dal contagio, da ieri fino alle 24 di sabato, ma non quelli all'interno della stessa provincia. Il fatto che su 471 positivi al coronavirus tra le nuove diagnosi nelle ultime 24 ore, ben 259, oltre la metà, siano stati riscontrati ad Ancona e provincia testimonia il fatto che l'area è la 'sorvegliata speciale', mentre nel resto delle Marche la situazione è miglioreNell'Anconetano intanto la variante inglese continua a circolare e, secondo il direttore del laboratorio di Virologia degli Ospedali Riuniti Stefano Menzo «ormai è prevalente» rispetto al ceppo tradizionale del Covid 19.

PIEMONTE - La Regione guidata da Alberto Cirio aveva subito un incremento dell’indice Rt piuttosto importante negli ultimi sette giorni. Si era passati da uno 0,8 di inizio febbraio a uno 0,9 in aumento di metà mese. I contagi in Piemonte di questa settimana a oggi si attestano di poco sopra al 4% in base ai tamponi fatti: lunedì erano il 4,3% mentre martedì il 4,1%. Ma il rischio di misure più restrittive è dietro l'angolo.

LAZIO -  Trema anche il Lazio, dove l’indice Rt è tornato a salire avvicinandosi a quota 1. Però, il trend dei nuovi positivi è in calo così come i focolai, e la situazione nelle terapie intensive è sotto i livelli di guardia. A preoccupare sono comunque due fattori: il nuovo focolaio nel comune di Roccagorga in provincia di Latina (diventato due giorni fa zona rossa) e la variante inglese responsabile, secondo i dati, del 90% dei casi del focolaio di Latina e del 18% circa dei nuovi casi nel Lazio. Percentuale che potrebbe essere destinata a salire visto il maggiore grado di contagiosità di questo ceppo. Ecco perché l’assessore alla Salute Alessio D’Amato ha ribadito la necessità di velocizzare la campagna di immunizzazione

Il governatore dell'Abruzzo, Marco Marsilio (Ansa)Abruzzo e Umbria temono la zona rossa

ABRUZZO - Non accenna a diminuire l'impennata di nuovi contagi da Covid 19 in Abruzzo, con 438 nuovi casi e il tasso di positività che sale al 4,5 per cento e 6 deceduti. In particolare complessivamente 49229 i casi positivi al Covid 19 registrati in Abruzzo dall'inizio dell'emergenza. Rispetto a ieri si registrano 438 nuovi casi di età compresa tra 6 mesi e 97 anni.  Gli attualmente positivi in Abruzzo sono 12207 (-97 rispetto a ieri).  Il tasso di positività, calcolato sulla somma tra tamponi molecolari e test antigenici del giorno, è pari a 4.5 per cento. 551 pazienti (+16 rispetto a ieri) sono ricoverati in ospedale in terapia non intensiva; 63 (-1 rispetto a ieri con 4 nuovi ricoveri) in terapia intensiva, mentre gli altri 11593 (-112 rispetto a ieri) sono in isolamento domiciliare con sorveglianza attiva da parte delle Asl. Nei giorni scorsi, il presidente della Regione, Marco Marsilio, ha firmato l’ordinanza che ha istituito, a partire da domenica, la zona rossa nelle provincie di Pescara e di Chieti: in quei territori e, in particolare, nell’area metropolitana, il virus dilaga, con la variante inglese che è responsabile del 65% dei contagi.  "Credo che i blocchi siano utili e necessari – ha commentato – quando sono tempestivi e isolano il prima possibile i focolai, come noi abbiamo fatto. È evidente che è compito del ministero seguire l’andamento nazionale e capire se siamo ancora in tempo per fare chiusure localizzate, isolare i focolai più pericolosi e tenere sotto controllo l’epidemia o se la diffusione delle varianti ha raggiunto un livello tale che da qui a pochi giorni si troveranno tutti nella stessa situazione dell’Umbria e di Pescara".

Donatella Tesei
Donatella Tesei

La Valle D'Aosta sogna la zona bianca

La Valle d’Aosta per due settimane consecutive si è piazzata sotto i 50 casi ogni 100mila abitanti, oltre a registrare un Rt sotto 1 e un livello di rischio basso. Se accadrà lo stesso anche nel monitoraggio di venerdì prossimo, potrebbe essere la prima regione italiana a scalare in zona bianca: una fascia dove la circolazione del virus è così bassa e l’impegno del sistema sanitario sul Covid così ridotto che si può procedere all’apertura di palestre, piscine, bar e ristoranti anche se bisognerà continuare a rispettare il distanziamento e usare la mascherina. Sempre che il pericolo varianti non induca il nuovo governo a modificare la norma.