Parlare alle lucciole non è d’intralcio: il giudice toglie le multe ai clienti

Ritenuta incostituzionale la sanzione di 500 euro per ostacolo al traffico di PIER GIORGIO RUGGERI

Una contrattazione con un cliente in strada

Una contrattazione con un cliente in strada

Spino d'Adda, 29 maggio 2016 - Al di là di ogni più rosea previsione. Niente sanzioni non solo per lui, lo spinese innamorato della lucciola pescato tre volte a intrattenersi con lei e multato per 1500 euro in totale, ma anche per tutti coloro i quali faranno ricorso al giudice di pace. Stefano Furiosi, avvocato lodigiano che da anni veste i panni di magistrato dal giudice di pace di Crema, ha sentenziato che l’ordinanza anti lucciole è illegittima. Una decisione che mette a repentaglio le ammende già incassate non solo da Spino d’Adda, ma anche dai Comuni di Pandino, Dovera e Vaiano. Secondo la sentenza «...l’ordinanza anti lucciole va cancellata perché lo dice la Corte costituzionale nella sentenza del 4-7 aprile 2011, numero 115, nella quale si dichiara l’incostituzionalità della norma adottata, in quanto viene escluso il potere dei sindaci a emettere provvedimenti finalizzati a prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana anche fuori dai casi di contingibilità e urgenza». Il giudice lodigiano ribatte anche sul concetto: «... il contrasto alla prostituzione non può essere attuato con ordinanze in quanto non vi sono i presupposti che ne rimarchino il grave pericolo per l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana e non ci sono neppure le condizioni di urgenza che ne possano gustificare l’adozione».

Quindi, primo effetto, lo spinese innamorato della lucciola si vedrà restituire prima i 500 euro che ha versato e poi altri mille se inoltrerà un nuovo ricorso per le tre multe che gli sono state comminate ma, in senso lato, i quattro Comuni che hanno adottato da tempo l’ordinanza si trovano nella scomoda posizione di dover restituire tutte le multe appioppate in questi anni, circa un centinaio, per un ammontare di oltre 50mila euro. Ma non tutto è perduto, tuttavia. Perché per prima cosa bisogna effettivamente verificare chi avrà la forza di presentare ricorso per una multa presa e pagata immediatamente, giusto per evitare pubblicità e in seconda istanza, il Comune di Spino d’Adda non è disposto a cedere le armi senza combattere e di certo presenterà ricorso, come del resto da tempo annunciato. Infine, la sentenza del giudice lodigiano non cita l’ultima ordinanza firmata dal sindaco Paolo Riccaboni nell’agosto dello scorso anno, quella che obbliga le lucciole diurne a indossare il giubbotto catarifrangente e a quelle serali e notturne a mettersi pure i pantaloni per rendersi più visibili agli automobilisti di passaggio, visto che stanno a bordo strada e potrebbero rischiare l’investimento. Ordinanza che aveva fatto scattare una ventina di multe.