Omicidio di Erba, il funerale di Luigia: "Lei e Sandro il mio unico pensiero"

I funerali ad Arcellasco, Massimo in cella chiede della madre di Roberto Canali

La casa di Erba dove Massimo Rosa (in alto) ha ucciso la madre Luigia Castelnuovo (in basso)

La casa di Erba dove Massimo Rosa (in alto) ha ucciso la madre Luigia Castelnuovo (in basso)

Erba, 22 luglio 2014 - Sarà un altro mercoledì di lacrime a Campolongo, questa volta per i funerali di Luigia Castelnuovo, l’anziana di 89 anni uccisa con un colpo di pistola dal figlio Massimo Rosa, che dopo quindici anni non ce la faceva più a sentirla urlare e delirare dal quel letto dove l’Alzheimer l’aveva costretta inferma. Ieri è arrivato il nullaosta da parte della Procura di Como, al termine dell’autopsia compiuta dal medico legale. Il feretro della signora Luigia è atteso alle 14 e 30 direttamente nella chiesa dei Santissimi Pietro e Paolo di Arcellasco, dove alle 15 si svolgeranno i funerali. A piangerla insieme ai parenti ci saranno i vicini di casa della corte di via Verri, il luogo dove una settimana fa ha raggiunto il suo tragico epilogo un dramma familiare che si trascinava ormai da anni. 

«È morta Luigia, ma qui le vittime sono tre» Sussurra a mezza voce un conoscente, consapevole che al funerale della madre non ci sarà nessuno dei due figli: Massimo e Sandro. Il primo ricoverato nell’infermeria del Bassone con l’accusa più infamante: l’assassinio della madre e il tentato omicidio del fratello. In un letto d’ospedale invece Sandro, che alterna stati di lucidità a momenti di confusione, tanto da non aver ancora pienamente realizzato di essere vivo per miracolo e soprattutto di aver perso, quella tragica mattina di sette giorni fa, in un colpo solo la madre e il fratello. «Ho incontrato Massimo Rosa questa mattina nell’infermeria del carcere - racconta il difensore, Gianluca Giovinazzo - è un uomo profondamente prostrato dal dolore, continua a dire di aver sparato perché non ce la faceva più ad andare avanti. Il suo pensiero è continuamente rivolto alla madre e al fratello, che adesso rischia di rimanere solo».

Difficilmente infatti i due potranno tornare a vivere nuovamente insieme. «Non è una cella il luogo adatto per il signor Massimo - prosegue il suo avvocato - Al di là di quello di cui è accusato dobbiamo ricordarci che siamo di fronte a un uomo profondamente malato, con quattro bypass coronarici, il diabete che ha indebolito moltissimo la sua vista e tante altre patologie che necessitano di cure. Negli ultimi anni ha trascurato se stesso per dedicarsi completamente alla cura dell’anziana madre e del fratello. Sicuramente potrebbe essere seguito molto meglio all’interno di una struttura sanitaria, dove secondo quanto stabilisce la legge si potrebbero prevedere delle misure di sorveglianza. Mi sto muovendo per cercare di tirarlo fuori dal carcere. Anche adesso è più preoccupato per la sorte del fratello che non per se. Spero che gli assistenti sociali si diano da fare, come purtroppo non è accaduto in passato».