PAOLA PIOPPI
Cronaca

Partecipò a un delitto: arrestato 25 anni dopo l’omicidio

In manette a Cantù, Andrea Cusano sarebbe coinvolto nel caso Feola, ucciso da sicari del clan dei Casalesi

Carabinieri - Ros

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Cantù, 31 maggio 2017 - A 25 anni dall’omicidio, sono arrivate le ordinanze di custodia cautelare, una delle quali eseguita a Cantù. In carcere è finito Andrea Cusano, 60 anni, originario di Caserta, arrivato a Cantù alla ricerca di un lavoro. Al termine delle indagini condotte dalla Dda di Napoli, il gip del capoluogo partenopeo lo accusa di aver preso parte all’omicidio di Vincenzo Feola, imprenditore ucciso dai sicari del clan dei Casalesi il 21 ottobre del 1992 all’interno della sua azienda di calcestruzzi a ridosso di Caserta.

Insieme a Cusano, è finito in carcere Ettore De Angelis di 53 anni, arrestato a Santa Maria a Vico, provincia di Caserta: entrambi sono ritenuti “specchiettisti”, vale a dire le figure che aiutano i killer a entrare in azione. L’ordinanza di custodia cautelare ha inoltre raggiunto i due presunti mandanti del delitto, i boss di camorra Francesco Bidognetti, soprannominato “Cicciotto e Mezzanotte”, e Francesco Schiavone chiamato “Cicciariello”, cugino del capoclan Francesco “Sandokan” Schiavone, entrambi già in carcere. I carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta hanno ricostruito l’identità dei sicari grazie alle dichiarazioni proprio di uno dei due killer, Nicola Panaro, oggi collaboratore di giustizia, che ha indicato come altro esecutore materiale Michele Iovine, ucciso nel 2008 a Casagiove nel periodo in cui era il referente dei Casalesi nella città di Caserta. Due anni fa Panaro, poco dopo essersi pentito, ha iniziato a raccontare del delitto di Feola, un caso che si temeva rimanesse irrisolto, per l’impossibilità di agganciarsi a qualunque traccia investigativa. Le conferme sono giunte da altri due ex esponenti di rilievo del clan capeggiato da Francesco “Sandokan” Schiavone, ovvero Cipriano D’Alessandro e Giuseppe Misso.

L’omicidio, come è emerso dalle indagini di questi ultimi mesi, fu deciso perché Feola aveva deciso di uscire dal Cedic, il Consorzio formato dalle aziende di calcestruzzo e creato da Antonio Bardellino e Carmine Schiavone, quest’ultimo cugino di Sandokan e primo pentito dei Casalesi, morto qualche anno fa, che in provincia di Caserta aveva il monopolio della fornitura del materiale per l’edilizia e gestiva tutti gli appalti edili.