Anche Anas El Abboubi reclutato dalla cellula jihadista sgominata dalla polizia

«Brescia è un crocevia per la criminalità di ogni stampo. Da parte nostra, seppure con mezzi limitati, non smetteremo di indagare sulle nostre priorità, mafia e terrorismo» di Beatrice Raspa

Anas El Abboubi

Anas El Abboubi

Gli 007 della polizia non si sono mai rassegnati alla sparizione di Anas, il rapper con in tasca un diploma da perito elettronico, e hanno tenuto alta l’attenzione su di lui. Riapparso online dal fronte siriano con il nome di Anas al Italy, ora si chiamerebbe Abu Rawaha l’italiano. Anche ieri gli investigatori sono tornati a perquisire l’abitazione di Vobarno dove vivono la madre, il padre - operaio cassaintegrato - e il fratello più piccolo. «Volevamo capire come fosse arrivato ad Aleppo - spiega il pm Leonardo Lesti -. Abbiamo ricostruito contatti e spostamenti, scoprendo il canale di reclutamento in Albania da cui poi i miliziani vengono instradati in Turchia e infine al fronte». Il 6 settembre 2013 Anas sale su un volo Malpensa-Tirana per raggiungere Alban Elezi e avere istruzioni. Rientra in Italia, vi rimane una settimana e il 14 settembre vola a Istanbul. Ora è ricercato. «Brescia è un crocevia per la criminalità di ogni stampo - evidenzia il procuratore capo Tommaso Buonanno -. Da parte nostra, seppure con mezzi limitati, non smetteremo di indagare sulle nostre priorità, mafia e terrorismo».

Moltele reazioni: per Fabio Rolfi, vicecapogruppo leghista in Regione Lombardia, dopo la Direzione investigativa antimafia «ora serve una super procura nazionale con competenze nella lotta al terrorismo». L’assessore regionale e dirigente di Fratelli d’Italia Viviana Beccalossi punta il dito contro governo e sindaco, fautori di politiche «buoniste»: «Siamo sotto attacco. Se qualcuno ancora cercava una prova per certificare che siamo nel mirino, quei dubbi sono definitivamente fugati».