Reati fallimentari, arrestati i fratelli Medeghini: default di 600 milioni

Si tratta dei due titolari del Gruppo Medeghini, storico marchio caseario bresciano fallito nel 2010. L'inchiesta coinvolge quasi 80 imprese riconducibili, a vario titolo, al gruppo, di cui 21 società fallite

La guardia di finanza arresta i fratelli Medeghini

La guardia di finanza arresta i fratelli Medeghini

Brescia, 15 luglio 2015 - Arrestati dalla Guardia di Finanza i fratelli Arturo e Severino Medeghini, rappresentanti del Gruppo Medeghini, storico gruppo caseario bresciano fallito nel 2010.  I due arrestati sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta mediante condotte distrattive e dissipative. I militari del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza hanno eseguito, nell'ambito dell'operazione 'Ghost Cheese', un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dei due rappresentanti legali del gruppo Medeghini.

L'inchiesta, coordinata dalla procura di Brescia, coinvolge quasi 80 imprese riconducibili, a vario titolo, al gruppo, di cui 21 società fallite con uno stato passivo complessivo di circa 600 milioni di euro. Tutte le società operavano nel settore della produzione e vendita di prodotti lattiero-caseari o nel relativo indotto. Sono stati sottoposti a sequestro preventivo circa 4,2 milioni di euro direttamente dalle casse di due istituti di credito coinvolti nell'operazione. Nell'operazione 'Ghost cheese' risultano, inoltre, indagate altre 18 persone, appartenenti alla compagine criminale o concorrenti ai reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati fallimentari. Tre funzionari di istituti di credito avrebbero, nell'imminenza del fallimento, trasformato linee di credito prive di garanzie reali in altrettanti finanziamenti garantiti, concessi a società del gruppo. Per loro è stata ipotizzata l'accusa di concorso in bancarotta fraudolenta patrimoniale.

L'esecuzione del provvedimento ha comportato l'impiego di circa 40 militari tra Brescia, Bologna e Parma. Nelle indagini sono stati analizzati centinaia di negozi giuridici, oltre 4.000 rapporti finanziari di Medeghini, reati fallimentarivaria natura, accesi presso 55 istituti di credito bancari e parabancari, nonche' un'enorme mole di documentazione amministrativo-contabile, acquisita a seguito di numerosi controlli incrociati eseguiti per verificare la veridicita' degli accadimenti aziendali. Tra le operazioni fraudolente riscontrate, tra le altre, l'annotazione in contabilita' di una delle societa' del Gruppo di un'unica fattura emessa da altra societa' della famiglia, ritenuta relativa ad operazioni inesistenti per 55 milioni di euro ed avente ad oggetto una generica descrizione di "acconto su forniture future di latte", al solo fine di procedere ad aggiustamenti contabili per celare il dissesto. Dagli approfondimenti compiuti e' emerso che, per giungere ad un quantita' di latte che giustificasse l'emissione di una fattura simile, sarebbero stati necessari circa 12.000 capi di bestiame da latte e l'azienda avrebbe dovuto disporre di circa un milione di quintali di "quote latte", quando invece la societa' era proprietaria di appena 178 mila quintali di tali quote.

 Il gruppo era una storica realtà italiana specializzata nella produzione e nella commercializzazione all'ingrosso e al dettaglio di prodotti lattiero-caseari, con circa 500 dipendenti, 450 milioni di euro di fatturato e un indotto in grado di dare lavoro ad altre mille persone. Il Tribunale di Brescia aveva dichiarato il fallimento dell’impresa nel dicembre 2010, dopo la messa in liquidazione volontaria richiesta dai soci e l’insuccesso nel percorrere la strada di un accordo con le banche creditrici. L’origine del declino era stata sintetizzata in quei 106 milioni di perdite messe a bilancio nel 2009 con vendite in calo del 27% e un peso finanziario diventato insostenibile. Un crollo dopo che negli anni d’oro erano stati toccati i 300 milioni di fatturato con 400 dipendenti.