Inferno sull'autostrada A21, nel mirino la velocità dei tir: "Fallimento della sicurezza"

Biserni (Aspas): autisti lasciati in condizioni pessime

Scenario apocalittico trovato dai soccorritori

Scenario apocalittico trovato dai soccorritori

Montirone (Brescia), 3 gennaio 2018 - «Questa tragedia immensa è la certificazione del fallimento della sicurezza stradale nel nostro Paese», tuona Giordano Biserni, presidente dell’Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale (Asaps). «Sono sconvolto, è una sconfitta per chi come noi si batte quotidiamente per garantire le vite sulle strade italiane, con leggi come quella dell’omicidio stradale». Sulla dinamica della carambola mortale sono in atto ancora accertamenti da parte degli investigatori, ma la lunga esperienza di Biserni gli consente di trarre un primo bilancio di quanto accaduto nei pressi di Brescia: «Le prime indiscrezioni parlano di distrazione o di una strettoia sotto accusa. Il voyerismo stradale è una delle prime cause di morte negli schianti. Se, come sembra, questo camion abbia rallentato da 130 chilometri orari a 80 in pochi metri, significa che è diventato improvvisamente un proiettile sparato contro la povera automobile. Una soluzione contro la piaga della distrazione stradale che provoca incidenti? Sbarrare tutte le autostrade con un muro tra le due carreggiate non si può, dunque bisogna rispettare le regole». 

Il lavoro del camionista è, da sempre, uno dei più duri sulla strada. Anche per questo, la Commissione Europea ha presentato il pacchetto mobilità, che intende cambiare alcune regole sul tempo di riposo degli autisti e sulla costituzione d’imprese all’estero. «Ci sono troppe criticità ancora – prosegue Biserni – nel settore degli autotrasporti. L’utilizzo del trasporto su gomma per le merci è eccessivo, bisogna trasferirne gran parte sulle ferrovie. In più per le imprese italiane conviene assumere dipendenti dell’Est, che costano meno rispetto ai colleghi italiani. La concorrenza dei camionisti caucasici, balcanici e slavi è troppo forte. Sono sempre di più poi i camionisti che taroccano il cronotachigrafo, manomettendo i tempi di guida così da risultare a riposo quando invece sono in marcia,;saltano i riposi obbligatori settimanali e guidano a velocità più elevate di quelle consentite. Ma perché lo fanno? Perché sono costretti, altrimenti rischiano il licenziamento».

Le criticità delle infrastrutture italiane, dai crolli dei ponti ai manti stradali con le buche, sono ormai secolari e l’esperto di Asaps conferma la precarietà delle nostre strade. «Ci sono difetti strutturali gravi in molte regioni. La Puglia, tornata alle cronache con la strage di Capodanno, è la regione che da due anni ha il più alto numeri di incidenti plurimortali d’Italia (18 episodi con 42 vittime nel 2016, 19 con 41 morti l’anno scorso, ndr)». Il presidente di Confartigianato Trasporti di Brescia, Tiziano Frisoni, difende la categoria e le norme vigenti in materia di sicurezza per le merci pericolose: «Da autotrasportatore posso affermare che in Italia siamo al top in Europa. Certo si potrebbe proporre di far guidare meno ore chi carica esplosivi oppure affiancargli un altro autista, ma i costi ricadrebbero sull’utente finale. Quell’autostra- da? È sempre stata sicura». «La norma sull’omicidio stradale ha una portata repressiva efficace e garantisce certezza della pena, è stato un segnale importante del legislatore sul tema della sicurezza stradale, ma bisogna continuare a investire nella prevenzione, in controlli, in educazione stradale», spiega Cosimo Maria Ferri, sottosegretario ministero Giustizia. «Occorre far comprendere l’importanza della guida sicura – aggiunge –, del rispetto delle regole di guida, delle distanze di sicurezza da tenere tra autoveicoli, del fatto che non si possa guidare mentre si utilizza il telefono cellulare. Chi guida non può permettersi distrazioni, né si deve mettere al volante sotto effetto di sostanze stupefacenti o in stato di ebbrezza alcolica. Ciascuno di noi deve essere consapevole delle drammatiche conseguenze che possano scaturire da una guida distratta o pericolosa. L’autovettura può diventare un’arma».