Brescia, abusò della nipotina per otto anni: l’Appello non fa sconti

Confermata la condanna a 2 anni e 8 mesi per un 76enne

Il Palazzo di giustizia di Brescia (Fotolive)

Il Palazzo di giustizia di Brescia (Fotolive)

Brescia, 28 maggio 2017 - Anche i giudici della corte d’Appello di Brescia sono convinti che abbia abusato della nipote e hanno accolto la richiesta del sostituto procuratore generale Gianpaolo Zorzi di confermare la condanna a due anni e 8 mesi di carcere emessa alla fine di ottobre dal gup Cesare Bonamartini. Resta ai domiciliari, lontano dalla sua vittima, il 76enne di origine calabrese ma da tempo residente sul Sebino arrestato lo scorso giugno con l’accusa di avere abusato di una delle sue nipotine. Alla prima sezione penale della corte d’Appello di Brescia non è bastato il pentimento dell’uomo, che ha rimborsato alla nipote le sedute dallo psicologo utili per rimuovere, per quanto possibile, l’incubo vissuto dai 3 agli 11 anni.

"Ho sbagliato – ha scritto nella memoria difensiva depositata nel corso del processo dal legale, l’avvocato Felice Arco, che ha già preannunciato il ricorso in Cassazione una volta pubblicate le motivazioni –. Sono pronto a sottopormi a sedute terapeutiche". Per la Procura generale il giudizio di primo grado andava confermato e i giudici si sono espressi favorevolmente. Tre gli episodi contestati all’anziano, ma la ragazzina (oggi poco più che tredicenne) ne aveva raccontati molti di più ai carabinieri e al sostituto procuratore Francesco Carlo Milanesi che ha coordinato le indagini iniziate dopo che dalla scuola era partita una segnalazione. In un tema la ragazzina aveva squarciato il velo sull’incubo: il nonno che abitava nella sua stessa palazzina.

"La prima volta che mi ha molestato avevo poco più di tre anni – aveva raccontato la ragazzina agli inquirenti che il 3 giugno l’hanno ascoltata all’interno della scuola media frequentata –. Eravamo in macchina, il nonno mi ha preso la mano e se l’è messa sui genitali". Era solo il primo episodio. "C’è stato un periodo durante l’estate tra la quarta e la quinta elementare che le sue attenzioni erano diventate quotidiane – aveva ricordato la ragazzina spiegando di averne parlato anche con la madre che dopo un primo momento di incredulità aveva affrontato il genitore chiedendo una spiegazione –. Saliva in camera mia e mi obbligava a toccarlo e a farmi toccare. Mi ricordo di un giorno che, appena ho sentito i suoi passi, mi sono nascosta dietro un armadio e mi sono messa a piangere. Lui mi ha sentito e mi afferrato per un braccio e mi ha costretto a subire le sue molestie. Avevo paura, l’ho detto alla mia sorella maggiore che non mi ha lasciato più da sola con il nonno che quando sono cresciuta ha spostato le attenzioni sulla nostra sorellina più piccola". Il 76enne era stato arrestato dai carabinieri. Dopo un periodo di detenzione in carcere a Brescia e Pavia si era visto concedere i domiciliari.