Bossetti torna in aula, comandante del Ris accusato

Diffamazione per il video e falsa testimonianza sui leggings di Yara. Per i legali di Bossetti, Lago avrebbe fatto girare il video del furgone per dipingere l’imputato come un predatore seriale

Massimo Bossetti (Ansa)

Massimo Bossetti (Ansa)

Bergamo, 3 dicembre 2016 - A distanza di cinque mesi, Massimo Giuseppe Bossetti è tornato nell’aula della Corte d’Assise del Tribunale di Bergamo (presidiata dalle forze dell’ordine e con i vetri oscurati da fogli di carta), dove l’1 luglio scorso, era stato condannato all’ergastolo per il delitto di Yara Gambirasio. Ieri mattina, infatti, davanti al gup Federica Gaudino era in programma l’udienza che vede il carpentiere di Mapello parte offesa nel procedimento contro il comandante del Ris di Parma, il colonnello Giampietro Lago, indagato per diffamazione e falsa testimonianza.

Lago ieri era assente ed era rappresentato dai suoi legali, gli avvocati Zambelli e Villano. La querela presentata il 29 gennaio scorso da Bossetti (ieri assistito da uno dei suoi difensori, l’avvocato Paolo Camporini), riguarda l’ormai famoso video del furgone, che l’accusa ha sempre sostenuto essere quello di Bossetti, che sarebbe stato visto aggirarsi la sera del 13 novembre 2010 nei pressi della palestra da dove sparì Yara, e gli accertamenti effettuati dagli specialisti del Ris sui leggins che Yara indossava quando venne rinvenuta cadavere. Per quanto riguarda il reato di diffamazione, secondo l’avvocato Camporini, il video del furgone sarebbe falso e facendolo girare Lago avrebbe voluto dipingere il muratore di Mapello come un predatore seriale, offendendo in questo modo la sua reputazione. Il pm Letizia Ruggeri, la titolare del fascicolo per l’omicidio di Yara, ha ribattuto che il video è composto da fotogrammi veri e che non era stato il comandante del Ris a metterlo in giro e a darlo ai giornali alla televisione, bensì l’ufficio stampa dei carabinieri, in accordo con i vertici dell’Arma. E veniamo agli esami sui leggings e all’accusa di falsa testimonianza. Durante il processo, Lago aveva detto che l’esame sui pantaloni era stato effettuato facendone indossare un paio simili ad una capitana dei carabinieri, che era stata poi fatta sedere sul furgone di Bossetti per vedere quali fibre rimanevano addosso.

Un collega di Lago, sentito anche lui durante il dibattimento, aveva invece affermato che l’esame era stato fatto per mezzo di tamponi sfregati sui sedili del furgone. Da qui, per l’avvocato Camporini, la falsa testimonianza. Si è trattato, ha ribattutto il pm Ruggeri, solo di un difetto di comunicazione. Il pm ha quindi chiesto l’archiviazione del procedimento contro il colonnello Lago, mentre l’avvocato di Bossetti si è opposto, chiedendo che vada avanti. Il gup Federica Gaudino si è riservata la decisione.