MV Agusta, le domande di Fiom all’azienda: moto prodotte e progetti accantonati, cosa sta succedendo

Il sindacato ribatte alla nota che parlava di “piano di rilancio completato con successo”. I casi Lucky Explorer e partnership con QJ Motor

Da sinistra Luca Marin, Hubert Trunkenpolz e Filippo Bassoli

Da sinistra Luca Marin, Hubert Trunkenpolz e Filippo Bassoli

Varese, 25 marzo 2024 – Qualche giorno fa l’azienda, con una nota ufficiale, ha annunciato il completamento “con successo” del “piano di rilancio”, in seguito all’acquisto di MV Agusta, storica azienda motoristica della Schiranna da parte del gruppo austriaco Pierer, già proprietario del marchio Ktm. Ora dicono la loro i sindacati, dipingendo un quadro con tinte piuttosto differenti. 

Preoccupazione

"Ci chiediamo – si legge in una nota della Fiom Cgil – quale sia il reale futuro dell’azienda varesina. Vorremmo ci venga presentato nel dettaglio un piano industriale credibile che dia sicurezza in termini di occupazione e volumi”. Numerosi i punti sui cui avere chiarimenti, elencati dal sindacato nel comunicato. “Siamo ancora in attesa di leggere il bilancio del 2022, non ancora depositato – fanno sapere da Fiom – I problemi per i clienti nel reperire parti di ricambi, la rete vendite ridotta all’osso, le poche moto vendute e una produzione rivista sempre al ribasso non aiutano a comprendere una situazione complicata”.

Domande

Nel 2023, spiegano in Fiom, “sono state prodotte solo 5.600 moto rispetto alle 8.500 preventivate, e per il 2024 si prevedeva di produrne 11.000 ma, tra fermi produttivi e problematiche varie, se ne produrranno solo 6.000 moto (24 moto al giorno)”.

I sindacati si chiedono poi “se verranno prodotti nuovi modelli” e, nel caso, “quali saranno”. Dubbi vengono avanzati anche rispetto a progetti annunciati e successivamente, almeno secondo il sindacato, finiti nel dimenticatoio. “Che fine hanno fatto la Lucky Explorer 5.5 e la partnership con QJ Motor? – attaccano dalla Fiom . Quale sarà il futuro del progetto Lucky Explorer rispetto anche a dichiarazioni con cui Stefan Pierer bocciava il progetto?” Tutte domande rivolte alla nuova proprietà, in particolare al ceo e presidente Huber Trunkenpolz, con la speranza che indietro non arrivi solo una ricevuta di ritorno, ma una risposta concreta.