Spese sanitarie dei frontalieri: "È sbagliato pagare due volte"

Molti casi di doppia tassa in Svizzera e in Italia, si muove la politica di PAOLO CANDELORO

Incontro in Regione sul caso frontalieri

Incontro in Regione sul caso frontalieri

Varese, 6 febbraio 2016 - Il giallo dei contributi sanitari. Potrebbe essere definita così l’ennesima questione riguardante i frontalieri, già al centro del dibattito politico (almeno per quanto riguarda i territori di confine) per via della revisione degli accordi bilaterali fra Roma e Berna. Il tema, stavolta, riguarda i contributi legati al servizio sanitario, che i lavoratori italiani impiegati in Svizzera possono decidere dove versare, se cioè al di qua o al di là del confine. In seguito però a una circolare ministeriale risalente al maggio scorso si è creata un po’ di confusione sui termini della questione, e così alcuni frontalieri residenti nel Varesotto si sono trovati a dover pagare la tassa due volte. In sostanza pare che il documento del Governo sia stato recepito in maniera difforme a livello locale, poiché ad esempio nelle province di Sondrio e Como non si è verificata la stessa situazione.

Dall’Ats (l’ex Asl) di Varese fanno sapere che ci si sta semplicemente attenendo alle disposizioni giunte da Roma, in attesa di un chiarimento definitivo sulla questione. Sul tema sono intervenuti diversi esponenti di spicco della scena politica locale quale il varesino Alessandro Alfieri, segretario lombardo del Pd. «La Regione dia indicazioni chiare - ha dichiarato -. Non ha senso che i frontalieri della provincia di Varese paghino il contributo per il sistema sanitario nazionale mentre quelli di Como e Sondrio no. L’interpretazione corretta è una sola: i frontalieri contribuiscono già con le loro imposte, attraverso i ristorni, a sostenere le finanze italiane, e quindi non devono pagare questo balzello. Le Ats sono emanazioni della Regione, e quindi è Maroni che deve immediatamente richiamare i suoi uffici alla corretta interpretazione della circolare del Ministero della Salute, in linea con quello che a Como e a Sondrio è già stato fatto».

Dalla compagine del governo regionale è arrivata la precisazione dell’assessore varesino Francesca Brianza: «Partendo dal presupposto che stiamo parlando di una legge del 2000 e di una circolare del 2015 sulla cui applicazione si sono creati non pochi problemi, presto si terrà una seduta congiunta della Commissione speciale Rapporti Lombardia-svizzera. In quell’occasione capiremo se si chiedere ulteriori approfondimenti e interpretazioni al Governo». I frontalieri varesini restano in attesa.