Varese, doppia violenza in un quarto d’ora: presi i predatori sessuali del treno

I due, un italiano e un marocchino irregolare, al momento dell’arresto stavano festeggiando con alcol e musica Le vittime e il capotreno li hanno riconosciuti

Polfer in stazione a Varese

Polfer in stazione a Varese

Varese -  Non si erano mai viste prima e si sono incontrate in ospedale, in lacrime, unite da un destino simile: una violentata, l’altra pesantemente molestata. Ma adesso, in meno di due giorni, i carabinieri di Saronno con la collaborazione della questura di Varese, hanno arrestato due giovani, un italiano e un uomo di origine marocchina, irregolare sul territorio italiano, colpevoli dell’odioso reato di violenza sessuale. Lo straniero, classe 1994, aveva precedenti per spaccio e rissa. L’Italiano, classe 2000 e residente a Venegono Inferiore, nel Varesotto, lo aveva ospitato in casa e proprio nell’abitazione del giovane i due sono stati fermati dai militari dopo che i vicini di casa avevano chiamato le forze dell’ordine per disturbo della quiete pubblica. I due stavano festeggiando con alcol e musica a tutto volume insieme ad altre persone.

I carnefici, autori delle due violenze, erano gli stessi e hanno agito in coppia venerdì sera, fra le 22 e le 22,15, sapendo perfettamente che a quell’ora sui treni della tratta Milano-Varese c’era il deserto assoluto per potersi muovere in maniera indisturbata. I due sono stati liberi di agire, senza controlli, fra convogli e stazioni vuote. Bisognava soltanto scegliere la propria vittima avendo cura che attorno non ci fosse nessuno. Così, la prima donna che viaggiava sul treno da sola e con gli occhi rivolti al cellulare è diventata ai loro occhi la preda perfetta per consumare lo stupro. Braccata dai due è stata violentata sul vagone ferroviario, fra urla di disperazione, almeno fino all’arrivo del capotreno che ha messo in fuga i due violentatori e dato l’allarme. Arrivato il treno alla stazione di Venegono Inferiore, sono scesi alla ricerca di una seconda preda, individuata in una ragazza, ancora ventenne come la prima vittima, che era ferma nella sala d’attesa. Subito affiancata, palpeggiata e molestata, è riuscita a fuggire, non senza difficoltà, per poi avere ancora un minimo di lucidità per dare l’allarme al 112, nonostante fosse sotto choc. I due hanno agito a volto scoperto così il loro identikit è stato subito tracciato da una delle due vittime. Gli inquirenti hanno puntato sull’etnia di almeno uno dei molestatori per lingua e tratti somatici. Poi la ricerca di eventuali tracce lasciate nei vagoni ferroviari, ad iniziare da quelle biologiche.

Le altre tracce su cui ha lavorato incessantemente la questura di Varese sono state quelle video: i due sono stati più volte ripresi dalle telecamere delle stazioni della tratta, in particolare da quelle di Venegono Inferiore dove sono stati ripresi purtroppo non in maniera nitida. Scesi dal treno sono poi spariti senza lasciare traccia se non quelle legate alle celle telefoniche su cui si sono agganciati i loro cellulari e sulle quali i carabinieri hanno ricostruito anche il percorso effettuato dalla coppia. Adesso i militari stanno acquisendo altre immagini per capire se siano stati compiuti o meno altri reati da parte dei due fermati che, portati in caserma, sono stati riconosciuti sia dalla vittima di stupro sia dal capotreno che da altri testimoni. Sulla vicenda è intervenuto l’assessore regionale alla Sicurezza, Riccardo De Corato : "Purtroppo l’organico degli agenti non è sufficiente a garantire controlli capillari su tutte le linee e i convogli", ha detto.