
La casa circondariale Miogni
Resta in carcere. L’allenatore della squadra femminile di volley di un paese del Varesotto, 53 anni, commerciante di professione, per hobby coach, arrestato martedì scorso dai carabinieri di Varese con l’accusa di violenza sessuale su minore, ieri nell’udienza di garanzia si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il Gip del Tribunale di Varese, Marcello Buffa, ha convalidato l’arresto. "Questa vicenda e tante consimili che impattano sull’opinione pubblica sono delicate, sia sul piano delle emozioni che attivano, sia su quello tecnico procedurale – ha detto l’avvocato difensore dell’indagato, Fabrizio Piarulli –. È una complessità che deve essere accolta e governata solo nell’alveo delle regole del procedimento penale, al quale ritengo di dovermi unicamente riferire. Per questa sola ragione, d’intesa con il mio assistito, preferisco non rilasciare dichiarazioni".
Nel frattempo proseguono le indagini degli inquirenti, al vaglio cellulari e pc del cinquantatreenne mentre sale il numero delle presunte vittime: dalle 7 iniziali, tutte ragazzine tra i 13 e i 16 anni, che sarebbero state sottoposte a molestie e palpeggiamenti, a 14 giocatrici parti offese e sarebbero 39 gli episodi contestati al coach.
Fondamentali per la delicata attività investigativa, avviata a metà novembre dello scorso anno, dopo la denuncia di una giovanissima giocatrice, sarebbero state le immagini registrate dalle telecamere installate negli ambienti dove si svolgevano gli allenamenti, la palestra della scuola media e l’oratorio. In passato l’uomo era già stato denunciato da due minorenni per molestie sessuali, poi processato e nel 2022 assolto.