REDAZIONE VARESE

Varese. l’hotel gioiello del liberty svela i suoi segreti

Due giorni di visite alla struttura sul Campo dei Fiori chiusa nel 1968. E intanto la proprietà spera in un futuro da polo del wellness.

Nei giorni in cui si rilancia la mobilitazione per la salvaguardia della stazione liberty dei tram di Ghirla, in Valganna, la delegazione varesina del Fai Giovani annuncia una due giorni di aperture straordinarie per un altro gioiello Art Nouveau della provincia, il Grande Hotel Campo dei Fiori, definitivamente chiuso nel 1968 dopo oltre mezzo secolo di attività. Ci si può prenotare già da ieri per un appuntamento che promette di fare il tutto esaurito in entrambe le date, sabato 29 e domenica 30 agosto. I tour avranno una durata di 60 minuti. Si potrà partecipare solamente su prenotazione e seguendo tutte le disposizioni anti-Covid. È previsto un contributo di 5 euro per gli iscritti al Fai e i ragazzi dai 9 ai 17 anni mentre per i non iscritti è richiesto un contributo di 10 euro. L’ingresso è invece gratuito per i bambini fino agli 8 anni di età.

Il Grand Hotel Campo dei Fiori è, probabilmente, la principale testimonianza della diffusione dello stile floreale nel Varesotto. L’albergo aprì i battenti nel 1912 e poteva contare su 150 camere e due ristoranti. L’attività doveva essere frenetica nelle cucine, uno dei locali coinvolti dalla visita, di cui si possono ammirare alcuni arredi originali. È invece vuoto ma comunque carico di fascino con i suoi stucchi floreali il salone delle feste, soprannominato “il più bel balcone della Lombardia” per la sua vista. La hall stupisce per l’armonia e lo studio ossessivo degli spazi caratteristico dell’opera dell’architetto Giuseppe Sommaruga, che si riflette anche nella scenografica scalea pentagonale. A completare il percorso la suite dei reali, camere e locali di servizio e una chicca inattesa, uno dei set in cui è stato girato il film Suspiria diretto da Luca Guadagnino. Nel 2016, infatti, l’albergo fu scelto per girare il remake (ma il regista cremasco puntualizzò che avrebbe preferito si parlasse di una “cover”) del successo firmato da Dario Argento nel 1977.

La produzione trovò nelle fantasmagoriche architetture di Sommaruga l’ambientazione giusta per evocare l’atmosfera di mistero e oppressione che permea la pellicola con Tilda Swinton e Dakota Johnson. Non tramonta, intanto, l’idea di riaprire l’hotel. Dal 2016, infatti, c’è una nuova proprietà che, pare, sta valutando con una certa decisione l’opzione di trasformare l’albergo in una struttura ricettiva con funzioni turistiche, specializzata nel wellness. Si vedrà. Per ora bisogna “limitarsi” alla possibilità di visitarlo e di fare un giro fra stanze e corridoi, immaginando di vivere per un paio d’ore in uno scenario da belle epoque.

R.V.