LORENZO CRESPI
Cronaca

Vaccinazioni ai senzatetto. I primi 110 già in lista d’attesa

Tutto pronto al centro La Brunella: priorità anche a richiedenti asilo e clandestini

La struttura della Brunella a Varese, ancora una volta, è a fianco dei più sfortunati

Varese - Hanno preso il via a Varese le somministrazioni vaccinali per le persone senza fissa dimora, gli stranieri senza permesso di soggiorno e i richiedenti asilo provenienti da tutta la provincia. Una fetta di popolazione che può fare riferimento al presidio vaccinale gestito dall’Associazione Sanità di Frontiera presso la Brunella, in accordo con Ats Insubria e Comune di Varese. Al momento è prevista la vaccinazione di 110 persone individuate e contattate direttamente dai volontari dell’associazione, ma il numero di richieste potrebbe aumentare. "Vaccinare le persone escluse dai canali tradizionali di registrazione è un momento fondamentale – dichiara il sindaco Davide Galimberti – sia come diritto alla salute, per cui la protezione sanitaria deve essere assicurata anche a coloro che si trovano in condizioni di particolare vulnerabilità, sia nell’interesse di tutta la collettività, nella campagna di contrasto al virus che deve essere perseguita in modo massivo per la tutela della salute pubblica". 

L’associazione, che conta circa cinquanta persone tra medici, infermieri, psicologi e volontari, si è costituita lo scorso anno, in conseguenza all’emergenza sanitaria, ma i volontari sono attivi da dodici anni sul territorio con azioni di supporto dedicate alle persone che si trovano in una condizione di precarietà di vita, fornendo una prima assistenza sanitaria ai cittadini stranieri non comunitari senza permesso di soggiorno e indigenti. "Con la nostra associazione abbiamo dato la disponibilità per accelerare le somministrazioni dei vaccini rivolti ai cittadini stranieri non comunitari senza permesso di soggiorno e indigenti – commenta la presidente dell’Associazione Sanità di Frontiera Varese, dottoressa Fiorella Gazzetta – attivando nella sede della Brunella tre postazioni dedicate. Si tratta di una fascia di popolazione estremamente variabile. Questa è una fase prioritaria dal punto di vista umanitario oltre che nell’interesse di salute di tutta la comunità. Siamo inoltre uno dei pochissimi ambulatori in Lombardia di questo genere".