
Saputo del decesso i reclusi hanno dato vita a un’agitazione battendo oggetti contro le sbarre e urlando frasi di denuncia contro il sistema carcerario
Un detenuto nel carcere dei Miogni, uno straniero trentacinquenne, è stato trovato privo di vita nella sua cella nella mattinata di ieri. Le cause del decesso – avvenuto in cella tra domenica e lunedì – sono al vaglio degli investigatori. Per il Sappe, il sindacato della Penitenziaria, si tratterebbe di morte per cause naturali: il detenuto aveva infatti problemi di tossicodipendenza, ma non è escluso che possa essersi trattato di un gesto volontario.
La Procura di Varese ha aperto un’inchiesta per chiarire l’accaduto e non è da escludere che possa essere disposta l’autopsia sul corpo del carcerato, come avviene solitamente in circostanze analoghe. Le indagini sono affidate al sostituto procuratore Maria Claudia Contini, coordinata dal procuratore Antonio Gustapane. Il decesso ha causato nella tarda serata di lunedì una forte protesta da parte dei detenuti, che hanno dato vita a un’agitazione rumorosa, battendo rumorosamente oggetti contro le sbarre delle celle e urlando frasi di denuncia contro il sistema carcerario. I detenuti hanno gridato più volte "assassini". Tra l’altro la protesta in questione – che stando alle prime informazioni non avrebbe causato particolari problemi in carcere – secondo il nuovo decreto sicurezza potrebbe avere conseguenze pesanti per chi l’ha messa in atto.
Il carcere dei Miogni si trova a ridosso del centro di Varese. è una struttura vetusta, risalente al 1893, dichiarata “dismessa“ nel 2001 nonostante alcune ristrutturazioni. La popolazione carceraria ammonta a 101 detenuti su 53 posti regolamentari. Sul tema a Varese è in atto la progettazione di nuovi spazi per ampliare il carcere.
Redazione Varese