GABRIELE MORONI
Cronaca

Trentacinque anni in ricordo di Lidia Macchi

Varese, le iniziative per ricordare la giovane uccisa da una mano rimasta ignota in provincia non si sono mai fermate

di Gabriele Moroni

A trentacinque anni dalla morte, Lidia Macchi vive nelle tante iniziative che le sono state intitolate. Il 10 gennaio 1987, giorno del funerale, per volere della famiglia, anziché i fiori, vengono raccolti 10 milioni di lire da inviare in Uganda ad alcuni amici di Lidia che operano lì come volontari e che le avevano raccontato tutte le necessità di quella terra. Il 28 febbraio (giorno del compleanno di Lidia), grazie al consiglio di alcuni amici, nasce la Fondazione Lidia Macchi che si propone, secondo lo Statuto, di "raccogliere fondi per promuovere, ideare e sostenere finanziariamente e moralmente, tutte le iniziative che abbiano il fine di far incontrare agli africani, in particolare agli Ugandesi, la stessa Verità che ha sostenuto la vita di Lidia. La Fondazione porrà inoltre particolare attenzione alle iniziative in campo agricolo, sanitario ed educativo e potrà decidere di indirizzare la sua azione in tutti gli ambiti che realizzino il proprio scopo".

Viene costruito un Centro Giovanile nella parrocchia di Mbuya, a Kampala, la capitale dell’Uganda, che porta il nome di Lidia. La famiglia va a inaugurarlo nell’agosto del 1988. E’ composto da un salone per feste e attività, una biblioteca e alcuni locali per le segreteria. Il Centro riceve un contributo annuale dalla Fondazione, che a sua volta è sostenuta da donazioni spontanee, grazie all’organizzazione di cene con la presenza di persone che portano testimonianze dell’Uganda, con la vendita del libro di Poesie di Lidia, con eventi o altre iniziative diverse.

Soprattutto nei primi anni, amici di Lidia o persone, che diventano amiche della famiglia, mettono a disposizione le loro qualità e competenze per realizzare eventi che aiutino il lavoro della fondazione. Come la serata nella sala del comune di Varese, con la lettura, tenuta dalla sorella Stefania e dall’attrice Luisa Oneto, di alcune poesie selezionate dal libro.

Viene anche organizzata una Bohème con Silvio Scarpolini, tenore del coro della Scala. Si passa da eventi in grande all’organizzazione della vendita di torte durante gli intervalli all’interno delle scuole organizzate dagli studenti per raccogliere soldi per la Fondazione o a mercatini che donano una parte del ricavato alle iniziative in Uganda, come l’acquisto di una Toyota familiare necessaria al Meeting Point di Kampala. La famiglia decide di raccogliere le moltissime poesie che Lidia aveva iniziato a scrivere da quando aveva tredici anni. Un gruppo di amiche dei Memores Domini le seleziona e nell’88 esce la raccolta di Poesie, con una prefazione di don Giulio Greco, un prete che aveva conosciuto e seguito Lidia nel suo percorso adolescenziale all’interno degli Scout.

Nel 1991 nasce l’Associazione Famiglie in Cammino (oltre la morte di un figlio). La famiglia Macchi, dopo la morte di Lidia, viene chiamata negli oratori e nelle scuole a portare la sua testimonianza. Durante queste occasioni incontra molte persone e spesso sono genitori che hanno perso i figli. Con alcune famiglie nasce il desiderio di aiutare e sostenere quelle che perdono i figli e che si ritrovano a vivere un grande dolore, spesso in solitudine. La famiglia Macchi, con le famiglie Varrà, Colombo, Targa e Crolla e con l’aiuto di don Giancarlo Greco, dà vita a un’associazione che ha lo scopo di fare compagnia ai genitori privati dei figli. Don Giussani scriverà una preghiera dedicata proprio ai figli di queste famiglie. I genitori si incontrano una volta al mese per un incontro guidato da don Giancarlo e due volte all’anno (Pasqua e Natale) per un pranzo comunitario. L’8 marzo 2004, a Lavena Ponte Tresa, viene inaugurata la biblioteca comunale intitolata a Lidia Macchi con un’aula studio.