Tradate, apre il museo delle pompe di benzina più grande al mondo / FOTO

Viaggio nei suoi segreti

Il museo delle pompe di benzina a Tradate

Il museo delle pompe di benzina a Tradate

Tradate, 25 marzo 2018 - "Tutto cominciò da una vecchia pompa di benzina Bergomi a pentalitri abbinati, in pessime condizioni, dimenticata in una cava di sabbia. L’idea di recuperarla fu immediata". La collezione di Guido Fisogni iniziò nel 1966, diventando nel 2000 da Guinness dei Primati: il museo della stazione di servizio più completo del mondo, che oggi a Tradate riapre ai visitatori per la nuova stagione. Un secolo di ingegneria e disegno industriale si snoda per 400 metri quadrati di sale fra 5mila pompe, compressori, miscelatori, insegne, gadget. Il distributore Brevo del 1892, costruito a Zurigo, è il più antico. A muro, erogava carburante a caduta e un misurino indicava il rimanente. "Anche droghieri e farmacisti vendevano benzina, come antipidocchi", spiega Fisogni. Poi serbatoi a carrello, impianti a colonna, ad azione manuale e il primo elettrico, un Sais rosso del 1936, per benzina e nafta: "È il simbolo del museo".

L'intuizione arriva a 19 anni: "Mio padre vendeva legname ma i mobilieri in crisi non pagavano più - spiega Fisogni, classe ‘41 - In Veneto producevano in serie, rendendo costosi i mobili artigianali. C’era il boom, iniziai a costruire distributori di benzina con due operai e un camion. Dopo 10 anni la Valseveso di Palazzolo aveva 110 dipendenti". Fisogni colleziona il vecchio che trova in mezza Europa. "Un meccanico era addetto al restauro, che durava fino a due mesi".

La società diventa Sirim, poi Sogenia e nel 2000 viene acquistata da una ditta di Firenze. La raccolta torna alla luce nel 2015, con il restauro di villa Castiglioni. Alcuni pezzi sono finiti nella fiction Rai “Il grande Fausto” e in uno spot Tim con Naomi Campbell. Tra gli affari di Fisogni c’è pure un’avventura nell’Albania anni ‘90. "Mi videro in tv, intervistato da Alessia Marcuzzi, e mi vollero per costruire distributori ultramoderni, parlanti in albanese. Peccato che furono distrutti".

Essence, gasoline, benzina: insegne naif e marchi desueti come Aquila, Aral o Red Indian. Il Bibendum Michelin che fuma in bici, il Pegaso MobilOil cambia verso negli anni ‘50. E ancora: automobiline Texaco, ditali Shell, saponette Sinclair. Merchandising ed elettronica per fidelizzare i clienti, come la pompa di benzina con totalizzatore a 170 chiavi. "Usata dai camionisti solo in Svizzera negli anni ‘70". La pistola trasparente e poi quella elettronica contalitri: "Troppo precisa, durò poco…", ammicca Fisogni. Pezzi rarissimi. "Nel 2000 - chiude - Christie’s lo valutò 10 miliardi di lire. Si era interessata la Ferrari, ma lo sponsor di allora non voleva altri marchi. Così però non sarebbe più un museo da record".