Tangenti in Lombardia, interrogatorio fiume per Nino Caianiello

Il presunto "burattinaio" del sistema di tangenti, finito in carcere a maggio, prosegue nella ammissioni davanti ai giudici

Nino Caianiello

Nino Caianiello

Varese, 3 settembre 2019 - Interrogatorio “fiume” ieri per Nino Caianiello, l’ex esponente di Forza Italia a Varese e presunto “burattinaio” di un vasto sistema di tangenti, appalti e nomine pilotate e finanziamenti illeciti alla politica. L’ex politico, finito in carcere il 7 maggio in un blitz della Dda che aveva portato ad altre 42 misure cautelari, già il 6 agosto davanti ai pm milanesi aveva iniziato a rendere le prime parziali ammissioni. Ieri l’interrogatorio a Opera è andato avanti per ore e ore, dopo che già ai primi di agosto il presunto “burattinaio”, difeso dal legale Tiberio Massironi, aveva fatto sapere ai pm che avrebbe avuto intenzione di fare ammissioni, forse per provare a percorrere anche la strada del patteggiamento. Già il 6 agosto, infatti, Caianiello aveva confermato di aver incassato soldi e in particolare dall’ex segretario di FI a Gallarate Alberto Bilardo che, come molti altri indagati che puntano a patteggiare, ha già collaborato nelle indagini con centinaia di pagine di verbali.

Intanto, nell’inchiesta in cui i magistrati milanesi hanno anche chiesto alla Camera l’autorizzazione all’arresto del deputato FI Diego Sozzani, proseguono pure gli accertamenti degli investigatori della GdF su presunti “fondi neri” nascosti anche all’estero, e riconducibili al presunto “grande manovratore” Caianiello. E i pm Silvia Bonardi, Luigi Furno e Adriano Scudieri si apprestano anche a chiedere il processo con rito immediato, per saltare la fase dell’udienza preliminare, per una decina di persone, tra cui l’ex consigliere comunale milanese ed ex vicecoordinatore lombardo di FI Pietro Tatarella e lo stesso Caianiello.