Taglia le orecchie ai suoi cani per dare loro un aspetto aggressivo: denunciato

La pratica, vietata in Italia dal 2010 ed equiparata a una tortura, scoperta durante una visita veterinaria ad Arcisate, nel Varesotto

Dogo argentino (foto di archivio)

Dogo argentino (foto di archivio)

Arcisate – Una pratica inutilmente crudele, che sembrava essere finita in soffitta, a meno di particolari esigenze sanitarie. Quei bisogni che un arcisatese di una trentina d’anni, proprietario di due dogo argentini, non è riuscito a dimostrare di fronte ai carabinieri forestali di Varese, che gli contestavano di aver tagliato le orecchie ai suoi cani.

La normativa

Fino a qualche anno fa era una prassi piuttosto comune, “in voga” fra i padroni di quattro zampe appartenenti a certe razze. L’obiettivo? In molti casi dare loro un aspetto più aggressivo. Poi nel 2010 la ratifica da parte del nostro Paese di una regola inserita nella Convenzione europea di Strasburgo per la protezione degli animali da compagnia, che ha vietato la pratica, consentendola esclusivamente per motivi sanitari, una fattispecie – da dimostrare, ovviamente – per cui si può evitare la denuncia con l’accusa di maltrattamento di animali.

La sanzione

Non è stato così per l’arcisatese: il taglio delle orecchie operato sui due esemplari di molossoide è stato scoperto nel corso di una visita veterinaria. Subito è scattata la segnalazione ai carabinieri forestali, i quali hanno riscontrato che – effettivamente – la “sforbiciata” (nota anche con il termine medico di “conchectomia”) non aveva alcun motivo sanitario. 

Il proprietario dei due dogo, ricordano i carabinieri, rischia la reclusione da 3 a 18 mesi o una multa da 5.000 a 30.000 euro. Il taglio delle orecchie ai cani è, di fatto, equiparato a un’inutile tortura.