ROSELLA FORMENTI
Cronaca

Svolta nell’omicidio Bossi. Trovato dopo mesi il coltello usato per uccidere il 26enne

L’arma utilizzata nella notte tra il 26 e 27 gennaio scorso era in una strada vicino alla casa .

Svolta nell’omicidio Bossi. Trovato dopo mesi il coltello usato per uccidere il 26enne

L’arma utilizzata nella notte tra il 26 e 27 gennaio scorso era in una strada vicino alla casa .

Ritrovato il coltello con cui sarebbe stato ucciso Andrea Bossi, 26 anni, assassinato nella sua abitazione di Cairate tra il 26 e 27 gennaio di quest’anno. In carcere, arrestati un mese dopo l’omicidio, due giovani: Douglas Carolo, 21 anni di Samarate e Michele Caglioni, 20 anni, di Cassano Magnago. Il ritrovamento, dopo mesi di ricerche, è avvenuto ieri mattina, durante un nuovo sopralluogo da parte dei carabinieri.

L’arma del delitto è stata trovata in una strada di campagna, non lontana dall’abitazione di Bossi a Cairate e potrà aiutare ad accertare la verità. Dopo l’arresto Caglioni ha subito collaborato con gli inquirenti accusando Carolo di aver ucciso da solo Bossi, di essere salito nell’abitazione quando il ventiseienne era già morto e di essere stato in silenzio nelle settimane dopo il delitto perché minacciato dall’amico. Carolo, dopo un iniziale silenzio, successivamente al pm aveva reso una sua versione dei fatti incolpando dell’omicidio Caglioni.

Il 20 agosto scorso Carolo ha accompagnato gli inquirenti a Cairate in un campo fornendo indicazioni per il ritrovamento del coltello con cui sarebbe stato sferrato il fendente che ha ucciso Bossi e che secondo la versione di Carolo sarebbe stato nascosto da Caglioni dopo l’omicidio.

Ieri il nuovo sopralluogo ha dato l’esito atteso. Ora gli investigatori hanno a disposizione l’arma del delitto, l’elemento che ancora mancava nella complessa ricostruzione di quanto è accaduto nell’abitazione in via Mascheroni a Cairate nella notte tra il 26 e 27 gennaio. L’analisi dei tabulati telefonici e i frame delle immagini di videosorveglianza dei sistemi pubblici e privati della zona hanno permesso, nei mesi scorsi, alla Procura di ricostruire minuto per minuto la fase antecedente all’omicidio che si è consumato alle 23.43. Questo il momento esatto in cui una vicina ha sentito un tonfo, presumibilmente Bossi, colpito a morte che cadeva a terra e il cane della vittima che aveva cominciato ad abbaiare in modo anomalo.

I due indagati, inoltre, sarebbero riconoscibili, uno dai vestiti, l’altro dal volto, dai frame della videocamera del bancomat in cui si erano recati alle 4.39 per prelevare soldi in contanti dalle carte di Bossi. Durante gli interrogatori si sono accusati a vicenda dell’omicidio, le precise responsabilità sono ancora da definire, fondamentali elementi per arrivare alla verità sono attesi dalle analisi dei cellulari sequestrati, cominciate nel mese di luglio, appartenuti alla vittima, ai due presunti assassini e a due persone nella cerchia di amici. Ma da ieri a disposizione anche l’arma del delitto.