Strage Samarate: per Alessandro Maja si va verso una sentenza in tempi rapidi. Ecco perché

La Corte d’Assise di Busto Arsizio ha conferito la perizia al professionista forense Marco Lagazzi per valutare la capacità di intendere e di volere dell’uomo al momento della strage

Alessandro Maja, accusato della mattanza

Alessandro Maja, accusato della mattanza

Busto Arsizio - Due mesi di tempo per sondare il mistero di una strage ancora senza spiegazione. Ieri la Corte d’Assise di Busto Arsizio ha conferito l’incarico allo psichiatra forense Marco Lagazzi per la perizia disposta per valutare la capacità di intendere e di volere di Alessandro Maja quando ha massacrato, nella villetta di famiglia a Samarate, la moglie Stefania Pivetta, la figlia Giulia, che oggi avrebbe compiuto 17 anni, e ha ridotto in fin di vita il primogenito Nicolò, unico sopravvissuto.

Il 24enne ieri ha deciso di partecipare all’udienza, incontrando il padre per la prima volta dopo la strage. La perizia verrà discussa nell’udienza fissata per il 19 maggio, in un processo che potrebbe procedere spedito verso la sentenza. Le parti hanno infatti rinunciato ad ascoltare i testimoni, acquisendo gli atti nel fascicolo della Procura.

Lo psichiatra Lagazzi si è occupato, nella sua carriera, anche del raid dello scorso 27 ottobre nel centro commerciale Milanofiori di Assago. Era nel collegio di periti che ha stabilito la capacità di intendere e di volere di Andrea Tombolini, il 46enne accusato di omicidio, duplice tentato omicidio e lesioni per aver accoltellato 6 persone, uccidendone una. Ora dovrà sondare la mente di Alessandro Maja che, nelle sue lettere indirizzate al figlio, non ha mai fatto chiarezza sul movente. L’ultima missiva è arrivata nei giorni scorsi. "Qui in carcere il tempo passa velocemente – scrive – ma senza di voi ho perso tutto". Racconta al figlio, riferendosi alla sua fede calcistica, di avere "un coinquilino che come te tifa il Palermo".