
ianni Alessandri, presidente Associazione Apicoltori Professionisti Italiani
"L’apicoltura in questo momento sta passando quella che io chiamo la tempesta perfetta". È un quadro tutt’altro che roseo quello dipinto da Gianni Alessandri, presidente dell’Associazione Apicoltori Professionisti Italiani, in occasione del congresso nazionale ospitato a Varese. A minacciare il settore è l’emergenza del clima, con gli effetti devastanti di forti siccità ed eventi estremi che nelle ultime stagioni hanno messo in ginocchio la produzione del miele. "Già da anni – spiega il presidente – stiamo avvisando un cambiamento climatico, essendo allevatori di animali molto piccoli che danno un monitor di come sta cambiando il clima. Da anni non stiamo facendo più il miele, o meglio, è sempre di meno. Si sono ridotte drasticamente le produzioni". Lo dicono i numeri: il 2024 è stata l’ennesima annata disastrosa, da nord a sud, su quasi tutti i raccolti.
Nello scorso anno la produzione di miele in Lombardia ha subìto un forte calo, con raccolti medi per alveare drammaticamente bassi a causa della pioggia battente per quasi tutta la primavera. Si parla di 1,7 kg per il miele di acacia, 5,5 kg per il tiglio e 11 kg per il castagno. "Un’incertezza che non solo riduce la quantità di miele prodotto – continua Alessandri – ma, alterando fortemente i cicli naturali delle piante, con sempre maggior frequenza ne influenza negativamente anche la qualità". A complicare ulteriormente la situazione la presenza di nuovi predatori, come la vespa velutina, avvistata nuovamente in Lombardia e in particolare proprio nel Varesotto. Squadre specializzate e monitoraggi costanti ne contrastano la diffusione. Non meno impattante l’aumento dei costi operativi legati alla nutrizione di soccorso per le api. Fattori che mettono a dura prova l’esistenza di un settore che ha numeri importanti in Lombardia, la seconda regione in Italia.
Sono attivi 9.469 apicoltori, con 21.762 apiari e circa 180.000 alveari. A supporto dei produttori le risorse dell’Ocm Miele sono raddoppiate con la nuova legislatura: la Regione ha stanziato 1,25 milioni di euro per le associazioni nell’annata 2023/2024, con ulteriori 400mila euro di contributi per i singoli apicoltori per l’acquisto di attrezzature, assistenza tecnica e formazione. Ma tutto questo rischia di non bastare. "Nonostante l’enorme impegno che richiede la cura degli alveari ci troviamo spesso a dover affrontare prezzi che non coprono adeguatamente nemmeno i costi di produzione in continua ascesa", è la triste considerazione che arriva dall’associazione. La risposta allora è nella resilienza: al centro del convegno gli strumenti per adeguarsi al clima che cambia.
L.C.