
Il luogo dell’aggressione in via Vercelli, dietro alla stazione Fnm di Busto Arsizio
Busto Arsizio (Varese), 17 aprile 2025 – Ha negato lo stupro della ragazzina che ha conosciuto su Instagram. Picchiata e violentata, la giovanissima vittima ieri ha compiuto 15 anni in un letto d’ospedale, ricoverata con 50 giorni di prognosi. Ieri mattina il ventunenne egiziano, arrestato lunedì sera in flagranza dagli agenti della Polizia locale, è stato interrogato dal giudice per le indagini preliminari di Busto Arsizio Veronica Giacoia e ha respinto le accuse. Assistito dall’avvocato Antonio Rullo, ha risposto alle domande del Gip sostenendo che la giovanissima fosse consenziente e che si frequentassero da qualche tempo.
La trappola
Secondo la ricostruzione degli inquirenti la vittima, di origine peruviana, e l’egiziano si erano conosciuti su Instagram, era cominciato uno scambio di messaggi: il 21enne con parole gentili aveva conquistato la fiducia della ragazzina. Sembra che i due si fossero già incontrati, ma lunedì l’appuntamento è finito drammaticamente in un campo incolto al di là di un muretto diroccato in via Vercelli, una zona alle spalle della stazione Fnm della città del Basso Varesotto. Un luogo che probabilmente l’egiziano conosceva: lì ha portato la ragazzina, l’ha costretta a bere vodka, picchiata brutalmente e violentata. E da lì per lo stupratore sarebbe stato agevole fuggire per la vicinanza della stazione. Invece è finito in manette, arrestato in flagranza dagli agenti della Polizia locale, arrivati in pochi minuti in via Vercelli, dopo la chiamata di una residente allarmata dalle urla disperate della ragazzina che provenivano dalla strada.
Violenza agghiacciante
Hanno trovato il ragazzo che strattonava con violenza la vittima, per poi reagire all’intervento delle divise. La ragazzina, terrorizzzata e ferita, è stata soccorsa dai sanitari e trasportata in ospedale dove le visite hanno confermato la brutalità e la violenza sessuale subite. In ospedale, la 15enne è assistita anche dalla mamma, sempre al suo fianco. Ieri hanno ricevuto la visita del sindaco Emanuele Antonelli.
L’inchiesta
Le indagini proseguono: sul 21enne ci sono aspetti da chiarire in merito alla sua presenza in territorio italiano. Davanti al Gip ha dichiarato di essere arrivato da minore non accompagnato, accolto in una comunità dove è rimasto fino alla maggiore età. Una volta uscito dalla struttura per minori, avrebbe vissuto senza una fissa dimora, gravitando poi su Rozzano, nel Milanese. Resta in carcere, il giudice ha confermato la misura della custodia cautelare: sussiste concretamente il pericolo di reiterazione del reato. Il legale si è riservato nuove iniziative difensive a tutela del proprio assistito.