È stato il terzo sciopero nel corso dell’ultimo anno e mezzo, dopo le iniziative di febbraio e dicembre 2022. L’Ispettorato territoriale del Lavoro di Varese si è mobilitato ancora una volta per chiedere a gran voce un potenziamento di personale, strumentazione e risorse. Il presidio si è svolto ieri mattina sotto la pioggia davanti alla Prefettura di Varese, ente a cui i lavoratori hanno fatto pervenire tutta la propria preoccupazione. Una protesta unitaria non solo locale, ma che si è svolta in contemporanea in tutta Italia. La carenza di organico è infatti un tema nazionale, che sul territorio varesino si manifesta però in modo particolare. "Siamo tra gli uffici con maggior affanno: a Varese non ci sarà più la possibilità di fare vigilanza. Non si può più andare avanti così", afferma Domenico Guglielmo, delegato Cgil Ispettorato del Lavoro Varese. I numeri del resto sono molto ridotti: nella sede territoriale di via Sanvito Silvestro sono in servizio 34 persone in totale su un organico previsto di 119 risorse umane. "Una carenza del 70% che non è tollerabile e decreta il fallimento del funzionamento dell’ente - rimarca il delegato - stiamo arrancando ormai da anni: siamo al punto di non ritorno". Gli ispettori effettivi, ovvero coloro che svolgono fisicamente i controlli nelle aziende, sono solo 14, per un totale di circa 60mila imprese presenti sul territorio provinciale. I dipendenti rivendicano migliori condizioni, necessarie a svolgere le funzioni a cui l’ispettorato è preposto, a tutela dei diritti dei lavoratori e di vigilanza sulle condizioni di lavoro.
I sindacati lamentano una situazione di mancati investimenti e di depauperamento del personale che si protrae da anni e che incide profondamente sullo svolgimento dei compiti istituzionali dell’Ispettorato. "Dal 2017 si attende un potenziamento delle strutture ed il giusto riconoscimento in termini di risorse per il personale ma nulla è stato fatto in concreto e, al contrario, permane una conflittualità con il vertice amministrativo e politico che appare sordo alle legittime istanze del personale impegnato sul territorio", dicono i rappresentanti dei lavoratori.