
di Valentina Rigano
Indossava la divisa e comandava un intero corpo di Polizia Locale ma, invece di fare in modo che la legge venisse rispettata, faceva favori a commercianti e ambulanti in cambio di merci e regali. Ad arrestare il comandante della polizia locale di Ponte Tresa, Stefano Ceratonio, è stata la Guardia di finanza di Luino, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari emessa dal Gip del Tribunale di Varese. In quattro, tra commercianti ed ambulanti, dovranno presentarsi all’autorità giudiziaria per l’obbligo di firma. Borsoni pieni di prosciutti e formaggi, abbigliamento, fino a vacanze all’estero, era quanto il comandante riceveva in cambio delle sue “calcolate disattenzioni” rispetto al rispetto di una o più regole previste per chi svolge un’attività commerciale in paese, secondo quanto ricostruito dall’indagine.
Stando alle attività investigative, svolte mediante l’acquisizione di documentazione amministrativa e contabile, ma anche con appostamenti e pedinamenti, l’ufficiale infedele viveva di favoritismi in cambio di regali da anni. Per tornare a casa con “la pancia piena”, avrebbe omesso di contestare diverse violazioni, spesso incassando solo una parte delle infrazioni contestate. In particolare, sempre dalle risultanze dell’inchiesta coordinata dalla Procura di Varese, si sarebbe prestato a piegare la sua funzione al servizio di commercianti stranieri, per i quali era diventato un vero e proprio punto di riferimento anche nel disbrigo di pratiche amministrative. A tal proposito organizzava addirittura riunioni nel proprio ufficio, a seguito delle quali riceveva in cambio sistematicamente pranzi e cene gratis, tanto da aggiudicarsi il soprannome "Il Mangione".
L’ufficiale, inoltre, in occasione del mercato settimanale, si sarebbe prestato a controlli meno rigidi nei confronti degli ambulanti a lui “vicini”, chiudendo non uno ma due occhi per non rilevare diverse irregolarità nell’occupazione delle aree pubbliche, sempre in cambio di prodotti messi in vendita dagli stessi esercenti che evitava di sanzionare. Infine, avrebbe invece calcato la mano sottoponendo a controlli più rigorosi quegli ambulanti che non si prestavano al medesimo baratto corrotto. "Abbiamo ricevuto solo oggi (ieri, ndr) la notizia, ora prenderemo visione della documentazione giudiziaria e ci attiveremo per prendere tutte le doverose decisioni del caso - ha affermato il sindaco di Lavena Ponte Tresa Massimo Mastromarino - Abbiamo totale fiducia nel lavoro della magistratura".