Duemila cittadini in piazza per salvare l’ospedale di Gallarate: "La salute è un diritto di tutti"

Il corteo è arrivato al Sant’Antonio Abate dove sono state accese le luci dei telefonini. Le associazioni dei “fragili“ schierate anche per l’emergenza-urgenza e le cure pediatriche

Il presidio dei cittadini all'ospedale di Gallarate

Il presidio dei cittadini all'ospedale di Gallarate

Gallarate (Varese) – Ospedale da difendere: all’appello lanciato dalle associazioni che si occupano di persone fragili hanno risposto in tanti, oltre duemila cittadini si sono presentati giovedì in piazza Giovine Italia. Da qui si è mosso il corteo che si è poi fermato davanti al Sant’Antonio Abate. Intorno alle 22 le luci dei telefonini si sono accese per ribadire: “Riaccendiamo l’ospedale“. Una grande adesione, al di là delle previsioni degli organizzatori, che conferma la preoccupazione dei gallaratesi e dei cittadini che fanno riferimento al nosocomio che sta vivendo da qualche tempo una situazione difficile, con riduzione di servizi e personale.

A lanciare l’allarme le associazioni che si occupano dei fragili, malati cronici, pazienti con gravi patologie, persone con disabilità che già nel 2021 avevano fatto sentire la loro voce. Ma oggi la situazione è ancora più preoccupante. L’altra sera niente bandiere e simboli di partito, quindi nessuna connotazione politica alla manifestazione organizzata con un obiettivo chiaro, la difesa dell’ospedale di Gallarate, presidio fondamentale del territorio. In corteo c’erano cittadini di tutte le età, malati cronici con i loro familiari, disabili sulle carrozzine, tutti insieme per ribadire, come scritto sullo striscione, che “La salute è un diritto“.

E la risposta arrivata dalla gente conferma quanto sia avvertito il rischio di smantellamento della struttura. Le associazioni hanno espresso preoccupazione e indicato gli interventi necessari: "Ospedale di tutti: siamo all’ultimo capitolo? Nel dicembre 2021 in fase Covid le nostre associazioni di malati, persone disabili, le loro famiglie e le associazioni di volontariato sociosanitarie e di promozione e inclusione sociale interpellavano le istituzioni su bisogni di salute che non trovavano risposta. Chiedevamo il ripristino di cure di accompagnamento e tutela delle persone più fragili. Oggi prendiamo atto che è in pericolo la salvaguardia del diritto alla salute per tutti".

E ancora: "Sono diventate incerte le cure per tutti, anche le cure acute, dell’emergenza-urgenza. Non sfuggono all’incertezza le cure pediatriche. Interventi estemporanei, cooperative eccetera offrono prestazioni ma non un’organizzazione efficace e sicura dei servizi, che può essere garantita solo da un consolidato lavoro interprofessionale. Per questo le associazioni, dopo i ridimensionamenti e le chiusure di questi anni, si mobilitano e sostengono gli operatori dei servizi sanitari per la difesa della salute di tutti, per i nostri ospedali e per i servizi sanitari del nostro territorio".