CHRISTIAN SORMANI
Cronaca

.Omicidio del Rugareto La “faida“ dei testimoni fra accuse e contraddizioni

A processo due connazionali maghrebini della vittima, arrestati a novembre. A fare luce sulla guerra della droga in corso era stata la fidanzata della vittima.

.Omicidio del Rugareto La “faida“ dei testimoni fra accuse e contraddizioni

di Christian Sormani

Reciproche accuse e una serie infinita di contraddizioni. Questo l’epilogo dell’udienza dopo che i tre supertestimoni dell’omicidio di Bouda Ouadia sono comparsi davanti al Gip del Tribunale di Busto Arsizio. Il tutto in sede di incidente probatorio in relazione alla morte del 24enne nordafricano, avvenuto a Rescaldina nel pomeriggio del 2 aprile 2022. Lo scorso novembre i carabinieri avevano tratto in arresto due connazionali della vittima, entrambi 20enni ed entrambi spacciatori seriali dei boschi del Rugareto. L’area verde, fra le province di Milano e Varese, è da tempo terra di faida fra bande di nordafricani che vogliono controllare il fiorente mercato della droga nell’Altomilanese e nel Basso Varesotto. Il cadavere dell’uomo, senza documenti, era stato trovato dagli stessi carabinieri della Compagnia di Legnano. Il nord africano era stato freddato da un colpo di arma da fuoco. Poi, dopo l’inserimento del volto nella banca dati, erano emerse le generalità della vittima. I carabinieri sono riusciti a proseguire con l’identificazione solo dopo a seguito dell’autopsia eseguita all’Istituto di Medicina Legale di Pavia che ha permesso di individuare le sue impronte digitali prima e il viso poi. I militari sono riusciti a capire che si trattava di un marocchino irregolare in Italia e senza fissa dimora.

In caserma si presentò la fidanzata che fece luce sulla guerra in corso fra le tante bande rivali in azione in zona all’interno del bosco. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, la vittima venne colpita a morte alla testa. Insieme all’uomo fu ferito anche un 27enne alla testa e alla gamba, sempre con colpi di arma da fuoco. Un raid in stile guerriglia portato avanti con mitragliette e carabine, proprio come un assalto. Per terra bossoli di due calibri diversi, il che fece subito pensare che a sparare siano state più persone.

La lunga lista di morti nel bosco della droga vede nel 2019 la morte di un senegalese di 54 anni, già noto alle forze dell’ordine per alcuni precedenti di droga. In questa occasione era stato trovato il suo assassino: il responsabile era stato anche condannato a 25 anni. L’uomo era poi scappato in Marocco e rimane latitante. Sempre nel 2019 e sempre nei boschi di Rescaldina, era stato gambizzato con un colpo di fucile un altro trentenne.