Cassano Magnago, ecco il rapper "Superfantagenio" nella lampada

Nicolò Mariani, in arte Nicky Rubio, racconta il suo primo album

Il rapper di Cassano Magnago Nicolò Mariani, in arte Nicky Rubio

Il rapper di Cassano Magnago Nicolò Mariani, in arte Nicky Rubio

Cassano Magnago (Varese), 29 gennaio 2016 - Esce oggi “Superfantagenio”, l’album di esordio di Nicky Rubio, all’anagrafe Nicolò Mariani, rapper 25enne di Cassano Magnago, per l’etichetta Snob Lab. I primi passi nel mondo della musica nel 2011, appena ventenne, con un mixtape di tracce strumentali intitolato “The Letter R”. Nel 2013 si è anche aggiudicato il primo premio in un contest per mc indetto da KC e da Tormento, voce storica dei Sottotono.

Perché “Superfantagenio”?

"È un titolo che mi è stato suggerito da un amico giocando sul binomio genio & sregolatezza, che io ho poi reinterpretato a modo mio basandomi su un film di Bud Spencer. Volevo provocare con un titolo autocelebrativo, ma anche raccontare la mia sete di sapere, la mia voglia di conoscere per arricchire il mio bagaglio culturale e umano. E come canto all’inizio del pezzo, “Superfantagenio” è uno stato mentale: non vuol dire sentirsi meglio degli altri, semmai significa sentirsi non come gli altri".

Com’è nato questo album?

"In modo spontaneo. Le tracce del disco riflettono il mio stato d’animo. I pezzi più scanzonati descrivono giornate di gioia, altri, più impegnati, raccontano alcuni miei momenti di tristezza. Sono 14 in totale, tutti mixati da Suhan negli studi Bulletrecordz, e vedono la partecipazione di diversi esponenti della scena rap underground milanese come lo stesso Suhan, Sir-K (dj di Vacca), Melo, Loge (artista della Mondorecords, l’etichetta di Mondomarcio), Ted Bee (Dogo Gang), Leva e Kevin Hustle".

Di cosa parlano le tue canzoni?

"L’album è molto vario. Da un lato spiccano argomenti non seri, con testi autocelebrativi tipici del rap, come nel pezzo “La Differenza”, ma affiorano anche tematiche più impegnate. Ne è un esempio “Argentina 78”, un racconto in forma di storytelling della vicenda di due desaparecidos nell’anno dei mondiali in Argentina. È il racconto immaginario della vicenda di due vittime del regime di Videla che, in un certo senso, è come se sapessero cosa sarebbe successo, dalla loro morte al titolo mondiale vinto dall’Albiceleste. L’idea mi è venuta guardando un film, e per l’esattezza 'Complice del silenzio' ".

A chi ti ispiri per incidere le tue canzoni?

"A diversi artisti, tra i quali Tormento e i Club Dogo, conosciuti quando rappavano nei centri sociali, ma non mancano i mostri sacri dell’old school americana: Ice Cube e Krs One, per arrivare a Tupac Shakur, The Notorius B.I.G., Method Man e Big L. Comunque, mi piace spaziare attraverso tutti i generi della musica black, toccando artisti come Marvin Gaye, Diana Ross, Curtis Mayfield e Bob Marley".

Quanto c’è nelle tue canzoni del territorio in cui vivi?

"Non moltissimo, anche perché la nostra provincia è molto bella, ma un po’ “moscetta”. Ma la porto comunque dentro con me".

Progetti futuri?

"Per il momento cercherò di promuovere il mio disco, magari con dei live. Qualche altra canzone l’ho già scritta, ma è presto per pensare adesso a quello che avverrà domani. Il mio futuro prossimo è oggi".