"Nessuna imperizia, ma morte naturale"

Il decesso di Severino Ronchi fu conseguenza di cause naturali, senza alcuna colpa di chi lo aveva preso in cura negli ultimi giorni di vita. E’ stata quindi archiviata l’indagine aperta a inizio febbraio, scaturita dalla segnalazione di una presunta imperizia giunta da parte di un medico nei confronti di un collega. L’intervento della magistratura era avvenuto il giorno del funerale, con il sequestro della salma, messa a disposizione per svolgere accertamenti tecnici. Severino Ronchi, 87 anni di Griante, ex professore universitario di Biochimica all’Università degli Studi di Milano, era deceduto a inizio febbraio all’ospedale Sant’Anna, a causa di una presunta ischemia cerebrale. Caduto dalle scale, e trasportato in ospedale, era morto il giorno stesso. Tuttavia, due giorni dopo il decesso, un medico del Sant’Anna aveva inviato alla direzione sanitaria un nota in cui sollevava dubbi sull’operato di un collega. Da qui il fascicolo aperto in Procura. Ma l’autopsia ha confermato la morte naturale. Pa.Pi.