Busto, giro di fatture false e affari sui rifiuti: il politico faceva l’autista del boss

Cinque in manette, fra loro il consigliere Paolo Efrem

Paolo Efrem (foto Facebook)

Paolo Efrem (foto Facebook)

Busto Arsiio (Varese), 14 luglio 2020 - Servivano soldi per fare viaggiare i parenti del boss dalla Calabria al Nord? Pronte le fatture false per farli saltare fuori. Serviva un passaggio? Pronto anche a fare l’autista. In cambio, un robusto sostegno per la campagna elettorale. Per gli inquirenti della Procura di Milano uno dei consiglieri comunali di maggioranza di Busto Arsizio era un vero tuttofare per la cosca della ’ndrangheta. "Gravi fatti" inseriti in un "contesto criminale di altissimo livello" per il gip del capoluogo lombardo sono il motivo per il quale cinque persone sono state arrestate ieri dal Gico del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Finanza e dai carabinieri forestali, con l’accusa di estorsione e false fatturazioni con l’aggravante del metodo mafioso.

Protagonista della vicenda è ancora Vincenzo Rispoli, ritenuto il vertice della ancora potente locale dell’ndrangheta di Legnano-Lonate Pozzolo. Insieme a lui il consigliere comunale di Busto Arsizio, lista civica Busto Grande-Lombardia, Paolo Efrem. Secondo le indagini coordinate dall Dda di Milano, tramite la sua società Efrem Trade attiva nel settore rifiuti, il politico locale avrebbe creato fondi neri per pagare i soggiorni e i viaggi al Nord Italia dei familiari di Silvio Farao, ritenuto boss dell’ndrangheta e oggi detenuto in regime di 41 bis. Non solo. Sempre Efrem avrebbe assunto il ruolo di prestanome e collaboratore di Daniele Frustillo, anche lui finito in carcere ieri e ritenuto dagli inquirenti vicino a Rispoli, il quale avrebbe materialmente confezionato le false fatture per la società del consigliere comunale bustocco e lavorato per la sua campagna elettorale del 2018. Un aiuto ripagato anche con un impegno da "autista tuttofare", secondo i magistrati. L’indagine si è sviluppata a fine 2019, da una costola dell’operazione "Feudo" (11 persone arrestate per traffico illecito di rifiuti e un milione e mezzo di euro di beni sequestrati).

Uno degli arrestati, l’imprenditore di Busto Arsizio Matteo Molinari, aveva iniziato a collaborare, raccontando la sua esperienza come un incubo, quello di un imprenditore vittima di estorsione da parte dei malavitosi, i quali lo avrebbero obbligato anche ad assumere la figlia di Vincenzo Rispoli. È risalendo le fila dei contatti e dei presunti scambi di favori, che gli inquirenti hanno ricostruito l’operatività di un’altra società, la Smr Ecologia, attiva nel settore trasporti e trattamento rifiuti (che gestiva fra l’altro l’impianto comasco di La Guzza), la quale sarebbe risultata di fatto un punto di riferimento e supporto per esponenti legati alla locale di Legnano-Lonate Pozzolo. Oltre al consigliere comunale Efrem, a Rispoli e Frustillo, in manette anche Raffaele Rispoli, fratello di Vincenzo, e Giovanni Lillo, ritenuti parte dell’associazione mafiosa. Il secondo è accusato anche di aver minacciato di morte Matteo Molinari.