Morti in ospedale a Saronno, Cazzaniga esce di cella dopo tre anni

L’ex vice primario ai domiciliari col braccialetto elettronico. Processo in corso

Leonardo Cazzaniga in aula tra gli avvocati

Leonardo Cazzaniga in aula tra gli avvocati

Busto Arsizio (Varese), 10 settembre 2019 - Leonardo Cazzaniga torna libero, anche se la sua libertà sarà circoscritta al perimetro degli arresti domiciliari nell’abitazione dei genitori a Cusano Milanino e controllata con l’applicazione del braccialetto elettronico. La Corte d’Assise di Busto Arsizio, presieduta da Renata Peragallo, ha accolto la richiesta di sostituire al carcere i domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico presentata dagli avvocati bresciani Ennio Buffoli e Andrea Pezzangora, difensori dell’ex aiuto primario del pronto soccorso del presidio sanitario di Saronno. Cazzaniga è in carcere e viene processato con l’accusa di quindici omicidi, dodici pazienti in corsia e quelli di tre familiari (la madre, il marito, il suocero) della sua amante di un tempo, l’infermiera Laura Taroni. La procura si era invece espressa per il rigetto dell’istanza. Leonardo Cazzaniga è in cella dal 29 novembre 2016. 

Le accuse iniziali, formulate nell’ordinanza di custodia, riguardavano i decessi di quattro ricoverati e quello di Massimo Guerra, marito della Taroni. La Corte motiva il puntuale accoglimento della istanza della difesa in una ordinanza di quattro pagine firmata dalla presidente Peragallo. Esistono un domicilio e «validi riferimenti familiari» che possono accogliere Cazzaniga. Risulta oggi «attenuato» il pericolo di reiterazione del reato. Per quanto riguarda le morti in corsia, l’ex aiuto primario è stato sospeso dal servizio ospedaliero e dall’Ordine dei medici di Milano. Inoltre, non «vi è alcuna evidenza attuale e concreta che Cazzaniga possa ottenere medicinali e reiterare altri comportamenti criminosi e anzi il clamore mediatico della vicenda appare costituire un fattore ostativo». Quanto alle morti in ambito familiare, «le vicende processuali hanno evidenziato lo scioglimento del legame tra l’imputato e Taroni Laura, legame che, secondo l’ipotesi accusatoria, ha costituito elemento rilevante nella commissione dei delitti».

È caduto ogni rischio di inquinamento probatorio. Le esigenze cautelari non sono venute meno, se si considerano «l’estrema gravità dei reati contestati, i relativi limiti edittali, l’entità della pena irrogabile, la vicinanza dei confini elvetici e la facilità del loro superamento». Queste esigenze possono essere però garantite dagli arresti domiciliari, applicando il braccialetto elettronico (di cui è stata accertata la disponibilità da parte dei carabinieri di Cusano Milanino) «in modo da monitorare ogni possibile spostamento dell’imputato». L’ordinanza dovrà essere eseguita entro il 13 settembre. Una volta acquisito l’ovvio consenso dell’imputato e con i tecnici necessari, Cazzaniga potrà lasciare la casa circondariale di Busto Arsizio per essere condotto dalla polizia penitenziaria a Cusano, in casa degli anziani genitori, Dante e Silvana Manfredini. «È una notizia bellissima – dice la madre –. Adesso ci sono delle procedure, credo che sarà da noi domani o dopo. L’importante è che venga a casa. Siamo sempre stati convinti della sua innocenza, perché sappiamo tante cose di lui. Sappiamo tutto».