Cardano, il ricordo di Laura Prati: «Mia madre, esempio di vita»

Cinque anni fa la morte della sindaca, parla il figlio Massimo

Laura Prati

Laura Prati

Cardano al Campo (Varese), 20 luglio 2018 - Sono trascorsi cinque anni dalla morte della sindaca Laura Prati, domenica 22 luglio - alle 20.45 - Cardano al campo ricorda la sua sindaca, raggiunta il 2 luglio del 2013 dai colpi di pistola sparati dal vicecomandante dei vigili, che fece irruzione nel suo ufficio, e deceduta venti giorni dopo in ospedale. Laura Prati, che ha vissuto la politica sempre come servizio per il bene comune, continua ad essere un riferimento prezioso nella vita del figlio Massimo Poliseno, laureato in Giurisprudenza, ora iscritto a un master per accedere al concorso in magistratura.

Sono trascorsi 5 anni, Massimo come hai vissuto questo tempo?

«Con il ricordo della mamma e con un ferita che non si rimargina. Ci sono momenti, quando mi trovo in difficoltà, in cui avverto profondamente il bisogno di parlare con lei, ma non c’è, portata via al nostro affetto come sappiamo. Poi è lo stesso pensiero rivolto alla mamma che mi aiuta a ritrovare la forza, la determinazione per superare quei momenti».

Laura Prati è stata un esempio, ogni anno eventi la ricordano: aiutano a convivere con il dolore?

«Fanno piacere, confermano quanto mia mamma fosse apprezzata proprio per il suo modo di fare politica, di essere amministratore, però per me che li vivo come figlio ogni volta è riaprire una ferita profonda per un dolore che non avrei voluto mai provare; la sofferenza è attenuata in parte dal rendersi conto che questi eventi sono importanti per ricordarla».

In questi giorni è stato ricordato il sacrificio di Paolo Borsellino, ti senti vicino ai suoi figli?

«Certo. Ho letto quanto ha scritto la figlia Fiammetta, condivido il tormento che non ha fine e la sete di verità, di giustizia. Anch’io attendo giustizia in modo definitivo per mia mamma. La Corte d’appello ha confermato l’ergastolo per Giuseppe Pegoraro, i suoi legali hanno però presentato ricorso, a febbraio andrò a Roma per l’udienza. Nessuna sentenza può riportare in vita mia mamma, ma io con la mia famiglia chiedo giustizia».

Ogni anno acquista un’agenda rossa in ricordo di Paolo Borsellino, scriverà a Fiammetta nei prossimi giorni: perché?

«Le racconterò di mia mamma, della mia sete di giustizia e le dirò che se voglio diventare magistrato è per esempi come quello di suo padre».