
A sinistra i carabinieri che svolgono le indagini, a destra le biglie lanciate dai cecchini fantasma
Bedero Valcuvia (Varese), 17 luglio 2024 – L’episodio denunciato da alcuni genitori è allarmante: da qualche tempo a Bedero Valcuvia biglie di vetro e anche di ferro vengono lanciate con una fionda contro alcuni ragazzini che si ritrovano, com’è normale alla loro età, per trascorrere qualche ora insieme tra chiacchiere e risate, presenze che evidentemente disturbano chi reagisce nei loro confronti con quel gesto che definire folle è poco.
Nei giorni scorsi un ragazzino è stato colpito: per fortuna le conseguenze non sono state gravi, ma il rischio è stato grande e ora le famiglie chiedono interventi per individuare il pericoloso lanciatore di biglie. Scrive uno dei genitori, manifestando la preoccupazione che condivide con gli altri padri del paese: "Sono il papà di un minore, di recente mio figlio e altri amici anche loro minorenni verso sera si trovavano a passeggiare nelle vie di Bedero Valcuvia e all’improvviso sono diventati bersaglio di un lancio di biglie di ferro e vetro del peso di 15 grammi l’una".
Un grande spavento e nessuno è riuscito a individuare chi potesse aver compiuto quel gesto. "Una biglia – continua il papà – ha colpito un ragazzino sul petto, causandogli un grosso ematoma che ha richiesto una medicazione".
I nuovi episodi e la paura dei genitori
Un episodio grave e allarmante ma che sembrava finito lì. Invece domenica sera altri ragazzini sono stati presi nuovamente di mira da lanci di biglie di ferro e vetro. Fortunatamente questa volta non è stato colpito nessuno. Sono intervenuti i carabinieri della Stazione di Cuvio.
Il genitore è molto preoccupato: "Si tratta di una cosa grave e pericolosa: se la biglia dovesse colpire qualcuno a un occhio o alla testa? Pensiamo a quali potrebbero essere le conseguenze. In paese non siamo tranquilli, come possiamo lasciar uscire i nostri ragazzi ? Ormai a Bedero Valcuvia dopo questi due gravi episodi si ha paura a uscire di sera". I carabinieri stanno svolgendo gli approfondimenti del caso.
Conclude il papà: "La speranza è che il responsabile capisca la pericolosità del proprio comportamento. I ragazzi sono molto spaventati, noi qui siamo un tranquillo paesino della Valcuvia, non il quartiere malfamato di una grande metropoli".