
di Lorenzo Crespi
Un video per raccontare come gli studenti dell’Università della Svizzera Italiana hanno immaginato i futuri spazi della nuova piazza Repubblica. Si potrà vedere fino al 5 ottobre nella sala immersiva dell’Infopoint della Camera di Commercio di Varese, in piazza Monte Grappa. Il filmato racconta il lavoro svolto dagli universitari nell’arco di due semestri, che ha portato a diverse proposte per la piazza, al centro di un ampio intervento di riqualificazione che parte dall’ex Caserma Garibaldi per allargarsi allo spazio circostante.
A illustrare il filmato l’architetto Riccardo Blumer, direttore dell’Accademia dell’Architettura di Mendrisio. "Sognare una piazza vuol dire sognare una città che cambia", ha spiegato, raccontando le quattro sezioni in cui è suddiviso il filmato, realizzato appositamente per la sala a 180 gradi che lo ospita. Si parte appunto dal sogno per poi continuare con il gioco, un modello tridimensionale e infine una serie di disegni. È così possibile vedere come potrà trasformarsi la piazza nei prossimi anni.
Le idee principali sono tre, a partire da quella che era già stata annunciata qualche mese fa: la creazione di una copertura nel luogo in cui ora sorge il Teatro Apollonio. Si tratta di un grande tetto sorretto da tre pilastri sotto il quale si potranno tenere il mercato coperto e altre attività. Gli studenti hanno pensato alla forma di un’ala, un omaggio al passato aeronautico di Varese. La seconda proposta è relativa al monumento ai Caduti realizzato dal Buzzi, per cui si suggerisce la creazione di una fontana che circondi la scultura, sul modello delle grandi fontane barocche. Infine un nuovo utilizzo per i tre grandi fori di areazione del parcheggio sottostante: due potrebbero diventare torri a forma di fungo, per sorreggere gli impianti di areazione e audio. Il più grande invece, nel centro della piazza, diventerebbe un palco per attività culturali.
Il sindaco Davide Galimberti ha sottolineato che la collaborazione con l’Università della Svizzera Italiana è stata possibile grazie all’accordo che prevede la collocazione dell’Archivio del Moderno nella Caserma Garibaldi, dove nascerà un polo culturale.