LORENZO CRESPI
Cronaca

In mille per Lavinia. Uniti contro la violenza al fianco di mamma Marta: "Ora mi sento meno sola"

In mezzo a cittadini e istituzioni anche Paola Bettoni, madre di Lidia Macchi

"Lavinia è una tigre: è fuggita per salvare se stessa e suo figlio e ora sta lottando e ottenendo risultati che la porteranno ad essere come prima. Poi la ferita interiore la cureremo insieme". È Marta Criscuolo, la madre di Lavinia Limido, a parlare all’arrivo in piazza Monte Grappa, dove ieri mattina si sono ritrovate un migliaio di persone per dire basta alla violenza dopo l’episodio avvenuto lunedì a Casbeno per mano di Marco Manfrinati, che ha colpito l’ex moglie con un coltello e ha ucciso suo padre Fabio Limido.

Dal salotto buono ha preso il via una camminata nel centro storico, con una sosta in piazza san Vittore per un toccante momento di raccoglimento. I presenti hanno formato un grande cerchio e hanno iniziato a battere le mani e a urlare "Forza Lavinia", la stessa scritta dello striscione posto all’inizio del corteo. Il pensiero di tutti è andato non solo a lei ma anche al padre. "Mio marito è in cielo e si è guadagnato il Paradiso: questa è una consolazione eccezionale - ha aggiunto la madre - ho in mente cosa fare: il male non prevarrà sulla mia vita e sulla mia famiglia". Quindi ha espresso un ringraziamento alla città e alle persone che la stanno sostenendo da tutta Italia, con "delle frecce di calore che mi aiutano".

A sostenere mamma Marta ieri c’era anche Paola Bettoni, madre di Lidia Macchi, la giovane di Casbeno uccisa a coltellate nel 1987 da una persona rimasta tuttora senza identità. Al corteo non sono mancate le istituzioni: tra gli altri il presidente della Provincia Marco Magrini e il sindaco Davide Galimberti. "La risposta che ha dato la nostra città, con la presenza in strada di molte associazioni, enti, cittadine e cittadini, per esprimere solidarietà a Lavinia e alla sua famiglia, è un appello collettivo a mettere in campo ulteriori azioni per contrastare in modo concreto ogni forma di violenza e prevaricazione sulle donne", ha commentato il primo cittadino. Anche le realtà promotrici hanno sottolineato la partecipazione di Varese.