Il sindaco lumbard Fassa "Un amico, arguto e ironico"

Fu il primo esponente leghista a colorare di verde un capoluogo di provincia. A trent’anni dall’approdo a Palazzo Estense i suoi ricordi di quella stagione

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di Rosella Formenti

Nel 1986 in piazza del Podestà a Varese la prima sede della Lega, sette anni dopo, nel 1993, a Palazzo Estense, il primo sindaco leghista, Raimondo Fassa, successivamente anche europarlamentare del Carroccio. Docente all’A.s.e.r.i. (Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali) dell’Università Cattolica, dal novembre 2015 è Lettore di Italiano al Campus Manouba di Tunisi, dal 2018 con incarichi extra-accademici all’Istituto Italiano di Cultura. Vive a Tunisi. Per Fassa l’incontro con il movimento di Bossi negli anni in cui era in forte ascesa fu una folgorazione grazie a Roberto Maroni. Lo ricorda in uno scritto, pubblicato sul quotidiano La Prealpina, dedicato proprio all’ex ministro, a cui ieri una folla commossa ha dato l’ultimo saluto. "Roberto Maroni: la prima volta che lo vidi era seduto al bar con amici, a Varese, correva la tarda primavera del 1991", un incontro combinato da un amico comune, Duilio Dall’Osto. Fassa allora non era iscritto alla lega ma guardava, dice " con simpatia il movimento" e ne frequentava la sede a Gallarate. A Varese dunque l’incontro con Maroni, "mi trovai di fronte a un ragazzone non ancora quarantenne, scanzonato, simpatico e curioso" e subito, sottolinea nel ricordo "si intuiva che era "politico" fino al midollo. Quasi su due piedi mi propose di diventare responsabile Lega enti locali per la Provincia di Varese. E io, folgorato sulla via di Damasco , altrettanto su due piedi accettai". Prosegue il primo sindaco lumbard di Varese "Fu così che mi trovai catapultato nella più straordinaria avventura della mia vita". Ricorda, Fassa, di aver lavorato gomito a gomito con Maroni per almeno 4 anni, poi un aneddoto, "fu Maroni in persona ad insegnarmi l’uso del personal computer (allora un’assoluta rarità) e lo fece coinvolgendomi in un videogioco di cui lui era appassionatissimo! Ciò che allora ebbe a colpirmi di più nella sua persona fu proprio questo: la sua capacità di non prendersi mai sul serio e di affrontare la vita sempre con distacco e ironia. Sotto questo profilo Maroni era il contrario di Bossi". Bossi e Maroni: scrive ancora Fassa "mi capitava di immaginare quei due come Sandokan e Yanez, e non è difficile capire quale parte assegnassi a ciascuno di loro".

Anni esaltanti, poi il distacco, Fassa uscì dalla Lega (nel 1998) e Maroni, continua l’ex sindaco, non riuscì mai a comprendere le ragioni di quella scelta, convinto tuttavia che "se glielo avessi chiesto avrebbe fatto carte false per farmici riammettere". Conclude il suo ricordo sottolineando "al di là dei suoi possibili errori, al di là dei suoi difetti, al di là di alcuni suoi discutibili provvedimenti, Maroni, a differenza della stragrande maggioranza dei politici, non fu mai vittima del loro vizio più comune, l’ingratitudine. Buon viaggio, Bobo".