LORENZO CRESPI
Cronaca

Il primo “Covid hotel” è l’ospedale di Cuasso

Ulteriore sforzo dell’Asst Sette Laghi per affrontare l’urto della seconda ondata. Riattivato il presidio per i subacuti: 40 posti che possono diventare 100

di Lorenzo Crespi

L’ospedale di Cuasso al Monte torna attivo per l’emergenza coronavirus. La struttura situata nel verde della Valceresio, che già in primavera aveva svolto un ruolo di supporto alla rete ospedaliera regionale, riaprirà le porte domani. L’obiettivo è lo stesso della prima fase: accogliere pazienti Covid subacuti o che necessitano di degenza di comunità. Si tratta di persone che hanno superato la fase più critica della malattia ma che necessitano ancora di un’assistenza a minore intensità, con un maggior impegno infermieristico, oppure pazienti ancora positivi al Covid che non hanno la possibilità di restare isolati a domicilio o che non hanno nessuno che li possa aiutare durante l’isolamento. Il reparto Covid di Cuasso mette a disposizione per il momento 40 posti letto, su una capienza massima che potrà salire fino a 100.

Ieri si è tenuto un sopralluogo a cui hanno partecipato i vertici di di Asst Sette Laghi e il presidente della commissione regionale Sanità Emanuele Monti. "Durante il fine settimana – spiega l’esponente leghista – si sono susseguite una serie di riunioni per definire le modalità di apertura più efficienti, viste le tante criticità logistiche e legate al reperimento del personale. Si è riusciti tuttavia a organizzare l’apertura nel migliore dei modi". Monti ringrazia la direzione e tutto il corpo medico e infermieristico, per poi soffermarsi sulle cifre dell’impegno che ha riguardato l’ospedale. "Sul presidio di Cuasso dall’inizio della pandemia sono stati investiti oltre 800mila euro in adeguamenti strutturali e impiantistici che hanno permesso alla struttura di farsi trovare pronta". La visita è stata utile per verificare l’allestimento degli spazi, che come già accaduto mesi fa permetteranno la permanenza del personale, tra camerette, cucina e sala comune. Qui in primavera erano transitati molti pazienti provenienti dalle province lombarde più colpite come Bergamo e Brescia. "Adesso servirà al nostro territorio", osserva Monti.

La riattivazione di Cuasso al Monte costituisce l’ennesimo passaggio della riorganizzazione varata dall’Asst Sette Laghi in risposta alla situazione epidemiologica in provincia di Varese. "Con Cuasso andiamo a completare l’assetto assistenziale della nostra azienda per far fronte all’emergenza – spiega il direttore generale Gianni Bonelli – abbiamo convertito 40 posti letto di Terapia Intensiva che a breve saranno potenziati creando ulteriori postazioni in sala operatoria. Abbiamo convertito o attivato ex novo altri 500 posti letto per acuti, distribuiti tra gli ospedali di Circolo, Del Ponte, Angera, Luino e Tradate". Un enorme sforzo volto a potenziare la capacità ricettiva in cui la struttura della Valceresio gioca un ruolo strategico, alleggerendo i reparti per gli acuti.