Gioco d'azzardo a Varese, spesa miliardaria

Preoccupa il dato sugli esborsi per slot machine e videolottery

Gioco d'azzardo

Gioco d'azzardo

Varese, 4 ottobre 2018 - Una cifra su cui riflettere. Una “tassa” pagata da centinaia di famiglie del territorio. Un dato da cui partire per perfezionare politiche di prevenzione. In provincia nel 2017 è stato speso un miliardo e 152 milioni di euro per giochi d’azzardo legali; fra slot machine, videolottery, scommesse sportive e lotterie istantantanee. A svelare le proporzioni del fenomeno è stata la Provincia.

"Sono dati non semplici da ottenere - spiega Paolo Bertocchi, capogruppo della lista Civici e Democratici a Villa Recalcati - ma fondamentali per capire la vastità del fenomeno. Per dare un ordine di grandezza è un dato pari al fatturato annuo del gruppo Versace nel mercato mondiale della moda. Le voci più rilevanti sono relative alle slot machine e Vlt presenti nei bar e nelle sale gioco seguite dalle scommesse sportive e dai “Gratta e vinci”. A questi numeri bisogna poi aggiungere il gioco online, in grande aumento ma difficilmente tracciabile".

Ovvio che non si possa generalizzare o ascrivere alla ludopatia l’intera spesa per l’azzardo, ma resta comunque un dato su cui confrontarsi, soprattutto se rapportato a storie di cronaca che raccontano di famiglie rovinate dalla passione per il gioco. "I dati sulle ludopatie, sulle ricadute sociali ed economiche del gioco sono purtroppo ormai noti a tutti - continua Bertocchi - Sempre più spesso i sindaci sono costretti a scendere in campo in prima linea per provare a difendere le proprie comunità. Proprio ieri l’Ats Insubria ha ricevuto un milione di euro dal fondo nazionale contro le ludopatie che saranno messi a bando per progetti di Enti locali e Terzo settore per il contrasto e la prevenzione del gioco d’azzardo patologico".

Un modello c’è già: si tratta dell’esperimento avviato dal piano di zona di Luino, che ha istituito un regolamento unico ad hoc per 24 Comuni. Fra i cardini della proposta ci sono un investimento convinto sulla distanza fra i locali dotati di slot machine e i luoghi sensibili come scuole e aree frequentate dai giovani (riprendendo una normativa che gode dell’appoggio del legislatore lombardo), e l’individuazione tre fasce orarie che quotidianamente interrompano l’erogazione del servizio, nel tentativo di favorire il rientro a casa del giocatore compulsivo nei momenti più significativi della giornata.