ROSELLA FORMENTI
Cronaca

Gallarate, gli lasciano due teste d'agnello morto davanti casa dopo la truffa: arrestati

Le minacce per estorcere almeno 100mila euro a un faccendiere. Uno degli indagati era convinto di essere stato raggirato con operazioni di borsa fittizie

Squadra mobile

Gallarate (Varese) - Sono state arrestate al termine di un’articolata attività di indagine, dal personale della Squadra Mobile di Varese, dando esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Busto Arsizio, due persone, un italiano nato in Svizzera di 55 anni, dimorante a Gran Canaria (Spagna) e un anziano di 75 anni residente a Torino. Entrambi, già noti alle forze dell'ordine, sono accusati di estorsione nei confronti di un faccendiere gallaratese che si era loro proposto quale promotore finanziario.

Un messaggio inquietante

L’attività di indagine ha preso avvio nell’agosto del 2020 dopo che agli anziani genitori del gallaratese era stata consegnata  con evidente intento intimidatorio una testa di ovino. Molto spaventati dell’accaduto, i coniugi avevano chiamato il numero unico di emergenza 112, riferendo al personale intervenuto che un analogo episodio era accaduto uno o due mesi prima ma nell’occasione non avevano chiamato le forze dell’ordine.

Dopo la segnalazione dell’allarmante episodio, è stata avviata  l’indagine ad opera della Squadra Mobile di Varese e da subito si è scoperto che il vero destinatario degli atti intimidatori era il figlio degli anziani coniugi, resosi irreperibile anche agli investigatori e che, per sottrarsi agli estorsori nel timore di gravi conseguenze, facendo credere di trovarsi nell’Est Europa, in realtà si nascondeva in un appartamento di Gallarate impegnato in svariati “affari” per recuperare le somme richieste.

L’indagine è stata avviata ricostruendo il passato e gli affari in cui la vittima delle minacce era coinvolta, proseguendo con servizi di osservazione, analisi dei flussi finanziari (grazie all’ausilio della Compagnia della Guardia di Finanza di Gallarate) e indagini informatiche che portavano a indagare il cinquantacinquenne svizzero in quanto ritenuto il “mandante” degli atti intimidatori commissionati a distanza dall’isola di Gran Canaria e il torinese di 75 anni quale autore materiale delle "consegne", del quale erano ricostruiti minuziosamente tutti i movimenti nei giorni dei fatti.

L’indagine eseguita ha permesso di riscontrare continue minacce nei confronti della vittima ed almeno quattro gravi atti intimidatori: la consegna di una testa di animale nel giugno 2020, analogo regale l’8/8/2020, il recapito di un video che riprendeva la casa dei genitori nel settembre 2020 e pochi giorni dopo il pericoloso abbandono, nottetempo, sul balcone di casa di una tanica con 6 litri di benzina, con il rischio che l’accensione potesse causare gravi conseguenze non solo all’immobile.

Affari loschi

Inoltre l’indagine ha permesso di delineare la situazione da cui scaturivano gli atti intimidatori, inquadrandoli in un contesto estorsivo maturato nell’ambito degli “affari” che la vittima intratteneva con il 55enne dimorante alle Canarie e ha fornito anche elementi chiari sulle faccende di dubbia liceità che egli curava. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori gli autori del reato, dopo aver concordato nel giugno 2019 un vago accordo affaristico per  investimenti immobiliari e finanziari con il faccendiere, che garantiva guadagni grazie a movimentazioni speculative di denaro o titoli su piazze bancarie orientali, a fronte del mancato profitto, hanno richiesto con modalità estorsiva la consegna di almeno 575.000 euro, in parte ottenuti: la Squadra Mobile di Varese ha infatti individuato l’avvenuto versamento di almeno 112.000 euro, parte dei quali corrisposti con il trasferimento di valuta tra istituti di credito da un conto nella disponibilità di una società albanese in affari con la vittima a conti correnti, intestati ad una società italiana e una spagnola, controllate dal 55enne di Gran Canaria.

Sulla base della ricostruzione fatta, la vittima era riuscita a ottenere una transazione da 100mila euro, facendola figurare quale suo compenso frutto della mediazione da lui condotta tra la società albanese e una italiana, separatamente coinvolta in un’indagine di un’altra Procura della Repubblica per una truffa nella fornitura di materiale medicale per affrontare l’emergenza pandemica.

Il pm ha quindi richiesto l’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere che il gip di Busto Arsizio ha accolto e che la squadra mobile ha eseguito nella notte tra lunedì e martedì scorso a Torino dopo ulteriore attività di indagine finalizzata a rintracciare in particolare il presunto mandante che si trovava sporadicamente e per pochi giorni in Italia da dove sarebbe subito ripartito alla volta delle Canarie.