LORENZO CRESPI
Cronaca

Frontiera tra Italia e Svizzera chiusa, negozi in ginocchio

Confcommercio scrive al prefetto di Varese e ai politici del territorio per chiedere che venga trovata una soluzione per la riapertura, anche parziale, dei confini

Sono oltre 60mila i frontalieri in Ticino

Luino (Varese) - Il commercio di confine lancia l'allarme: la prolungata chiusura delle frontiere tra Italia e Svizzera sta mettendo in ginocchio l'economia dei comuni dell'Alto Varesotto. Il presidente di Uniascom Confcommercio provincia di Varese Giorgio Angelucci e il presidente di Ascom Luino Franco Vitella hanno deciso quindi di scrivere una lettera al prefetto di Varese Dario Caputo.

"Desideriamo sottoporre alla vostra attenzione la situazione di gravissima crisi in cui versano le imprese delle nostre province, in particolar modo quelle dei territori di confine”. Così si apre la missiva, che è stata inoltrata anche al prefetto di Verbania, dall'altra parte del Lago Maggiore, e agli europarlamentari, parlamentari e consiglieri regionali eletti in Lombardia e Piemonte.

I rappresentanti dei commercianti chiedono che le autorità italiane si adoperino con la controparte elvetica a favore della concessione di ingressi agevolati dalla Svizzera all'Italia, quantomeno a una distanza massima di 30 chilometri dal confine. Dallo scorso 10 dicembre, quando l'ingresso in Italia è stato vietato salvo casi particolari, i fatturati dei negozi di vicinato del Luinese sono crollati in modo verticale. "Bisogna adottare interventi urgenti ed eccezionali – concludono i presidenti di Uniascom e di Ascom Luino – in assenza dei quali i danni rischiano di diventare irreversibili. Siamo ormai al limite".