CHRISTIAN SORMANI
Cronaca

Fine Ramadan al centro sportivo. Ma il sindaco fa ancora polemica

La comunità islamica di Turbigo fa festa nello spazio indicato dal Prefetto: "Il rispetto è irrinunciabile"

Non si placano le polemiche sulla festa di fine Radaman, dopo la decisione del prefetto di Milano, Claudio Sgaraglia, di garantire alla comunità islamica uno spazio ad hoc nel campo sportivo. "Credevamo che l’Italia fosse uno Stato laico, ma la Costituzione evidentemente non vale per l’Islam – ha detto il sindaco Fabrizio Allevi –. Nonostante sia evidente che nel territorio limitrofo al nostro comune siano presenti luoghi in cui è già stata data alla comunità islamica la possibilità di riunirsi, l’unica lettura che posso dare a questa vicenda è che probabilmente quest’anno l’evento, forse per principio, doveva essere fatto a tutti i costi a Turbigo".

Una festa che ha visto anche un numero elevato di forze dell’ordine messe a disposizione dal prefetto, per una questione di sicurezza. La comunità islamica aveva ottenuto l’autorizzazione per la giornata di ieri e per oggi, dalle 7 alle 11. "Nessuno si è presentato. Alla faccia dei volontari, a cui vanno i miei ringraziamenti, che ieri dalle 7 si erano messi a disposizione" ha scritto sui social il sindaco Fabrizio Allevi che poi ha proseguito: "È da giorni che l’amministrazione ha distolto tempo prezioso alle questioni più importanti perché impegnata con istanze, ricorsi, convocazioni in prefettura, spiegamenti di forze mai viste, titoli sensazionalistici e accuse gratuite di presunte libertà costituzionali violate. La colpa? Quella di essere un piccolo Comune, con le difficoltà di molti altri, che ha osato esprimere perplessità per un evento di cui ancora oggi, a fronte di quanto accaduto ieri mattina, conosciamo poco".

Da parte sua la comunità musulmana di Turbigo ha voluto spiegare: "Siamo stati raggiunti dalla telefonata di un emissario del sindaco che ci chiedeva di andare a prendere le chiavi del campo comunale presso un bar. Un bar, avete letto bene. Siamo rimasti così sorpresi dalla singolare e imbarazzante richiesta che non abbiamo potuto fare altro che rifiutarla. Abbiamo quindi concordato che avremmo fatto accesso al campo ieri alle 6 e 30 alla presenza delle forze dell’ordine. Alle 6.20 eravamo già sul posto. Abbiamo verificato alcuni problemi logistici e abbiamo informato le forze dell’ordine e il rappresentante del Prefetto che la festa sarebbe stata il giorno 10. Ce ne siamo andati nella massima reciproca comprensione. Siamo certi che i nostri concittadini comprenderanno che non meritiamo questo trattamento ostile. Il rispetto e il dialogo sono irrinunciabili. Con l’odio non si va da nessuna parte".