"Dolore insopportabile Parlare? Non adesso"

La mamma di Daniele Paitoni ferita nel corpo dalle coltellate del marito oltre che nell’anima si è rifugiata a casa dei genitori

Migration

"Verrà il momento in cui parlerò. Adesso non ci sono parole". La voce di Silvia Gaggini (nella foto, seconda da sinistra, il giorno dei funerali) è dolce, il tono cortese. Con molta dignità trova anche la forza di ringraziare per le parole di partecipazione che riceve. Da poche ora questa donna di trentasei anni, che vive in casa dei genitori a Gazzada, ha accompagnato una bara bianca: quella di Daniele, il suo bambino. Una vita di sette anni recisa da un fendente alla gola sferrato dalla furia omicida del padre, Davide Paitoni, il marito separato di Silvia che voleva così infliggerle una "punizione". Anche Silvia è stata colpita, il coltello dell’uomo l’ha raggiunta per tre volte. Queste ferite guariranno. Lo strazio e i ricordi sono fin da ora i suoi compagni di vita, insieme con i rimpianti incolpevoli. Come quello di essere stata propria lei, che nulla poteva temere né sospettare, ad accompagnare il piccolo dall’ex marito, agli arresti domiciliari nell’abitazione del padre, a Morazzone.

Lo prevedevano i faticosi accordi raggiunti fra i rispettivi avvocati per le feste di Natale. Non c’era ancora una separazione. Nessun giudice aveva stabilito per la madre un obbligo di consegna del piccolo al padre. Erano i legali che di volta in volta si accordavano per le visite di Daniele e anche con loro Silvia riconosceva che, niente da dire, Davide era un bravo papà. Così Daniele trascorre con il padre e nonno Renato la vigilia di Natale, la giornata di Santo Stefano e quella del 30 dicembre. A Capodanno, alle 13 precise, Silvia accompagna il bambino a Morazzone. Alle 18.23 invia un Whatsapp all’ex marito. Non ha risposta. Non se ne preoccupa. Forse Daniele sta riposando. Alle 21.47 è Silvia a ricevere un Whatsapp audio da Paitoni. Ha trascorso con il figlio "una bella giornata", lo sta riportando. Silvia esce in via Chiesa. C’è la Volkswagen Golf dell’ex marito con il baule stranamente aperto. Dov ‘è Daniele? Si è nascosto, così, per giocare, per fare uno scherzo alla mamma.

Il sospetto si insinua nella donna, che cerca di stare a distanza. È il sospetto a salvarla. Riceve in volto qualcosa che le pare un pugno. Un altro al petto. Riconosce subito il coltello da cucina. Non può avere dubbi. È venuto a ucciderla. Si divincola, fugge chiedendo aiuto, mentre riceve il terzo colpo.

Gabriele Moroni