Il professor Walter Ageno nel gruppo Oms che batterà il Covid

Varese, chiamato dall’Organizzazione mondiale della sanità il direttore del Dipartimento emergenza urgenza: "Sfida stimolante. Mi occuperò di terapie antitrombotiche e farò tesoro del lavoro di questi mesi al Circolo"

Il professor Walter Ageno

Il professor Walter Ageno

Varese, 21 novembre 2020 - Parte da Varese a una sfida di livello mondiale: Walter Ageno, direttore del Dipartimento di emergenza e urgenza dell’Asst Sette Laghi, ha ricevuto un prestigioso incarico dall’Organizzazione mondiale della sanità, che lo ha inserito nell’Advisory group Covid-19, gruppo di lavoro per le cure contro il coronavirus.

Professore, come ha accolto questa nomina? "Mi ha fatto molto piacere, è un’iniziativa stimolante, un gruppo internazionale con colleghi di Nord America, Asia ed Europa. Abbiamo fatto la prima riunione che mi ha chiarito un po’ le idee, ho appreso meglio i contenuti".

Qual è la finalità di questo gruppo di lavoro? "L’obiettivo è fare un punto della situazione su tutto quello che è la ricerca in questo momento, ci hanno chiesto di fare una valutazione dello stato dell’arte e di fornire consigli su come procedere per riempire gli attuali “buchi di conoscenza”".

Lei in particolare di cosa si occuperà? "Io per mia competenza sono stato assegnato al gruppo che si occuperà di terapie antitrombotiche, che sono diventate uno degli argomenti più discussi dopo che è emerso che molti pazienti avevano complicanze tromboemboliche. Fin dalla primavera c’è stato molto interesse sul ruolo dei farmaci e l’Oms vuole avere un’idea precisa degli studi in corso".

Quanto porterà con sé dell’esperienza di lavoro maturata a Varese in questi mesi? "Tantissimo, la richiesta che ci è stata fatta è quella di metterci nei panni del clinico pratico e io ho fatto proprio questo negli ultimi mesi, seguendo direttamente i pazienti. Un’esperienza che mi è servita molto per discutere dei problemi reali che ci troviamo ad affrontare".

Lei è responsabile del pronto soccorso dell’ospedale di Circolo di Varese: come ha fatto a reggere il sistema in questo periodo con così tanti casi? "Abbiamo fatto tesoro di quello che avevamo imparato durante la prima ondata e non ci siamo mai fermati, neanche nei mesi estivi. Con la seconda ondata il nostro sistema è stato potenziato, ma era già in azione. Ci ha molto aiutato la capacità dell’azienda di adattarsi progressivamente alla situazione, creando sempre più posti letto. Questo è stato fondamentale per evitare un eccessivo sovraffollamento. In alcuni giorni il numero di pazienti in pronto soccorso era ragguardevole, ma nessuno ha mai dovuto aspettare troppo a lungo".

Attualmente sono più di 600 i pazienti Covid ricoverati nelle strutture dell’Asst Sette Laghi. A che punto siamo della pandemia? "In questi ultimi giorni c’è stata un po’ meno pressione e questo ci ha permesso di trovare un equilibrio tra entrate e uscite, ma viviamo alla giornata: a una riduzione può seguire un nuovo picco e i numeri sono ancora alti. C’è qualche piccolo segnale, ma è troppo presto per ipotizzare una discesa certa".