
Riccardo Donzelli e Andrea Scarcella
Varese - Riccardo Donzelli e Andrea Scarcella sono saliti nel giro di qualche mese, alla ribalta nel mondo dei social raggiungendo con i loro video l’enorme cifra di 730.000 followers e 170 milioni di visualizzazioni. Non cantano né ballano e nemmeno fanno ridere, sono semplicemente pescatori di rottami nel lago di Comabbio, nel Varesotto. Una passione nata con l’ultima fase della pandemia e sviluppatasi nel corso di questi ultimi quattro mesi a tal punto da diventare addirittura virale.
«Abbiamo iniziato nei pomeriggi di fine inverno – racconta Riccardo – Io e Andrea ci siamo costruiti un semplice strumento da pesca realizzato da una corda a cui abbiamo legato un magnete. Lo lanciamo nel lago ad una decina di metri di distanza dalla riva o dal pontile e poi vediamo cosa riusciamo a catturare". Quella poteva essere un’attività banale si è trasformata presto in un’avventura. Ogni volta è una sorpresa per i due ventenni, dalle pistole di ogni epoca fino ai rottami di motorini e automobili oltre ad una grande quantità di proiettili. Della battuta di pesca viene prodotto un video che immortala il bottino.
«Abbiamo iniziato quasi per gioco – spiega Andrea – pubblicando i video sui maggiori social. Mai avremmo pensato di raccogliere così tanti seguaci nella rete". I loro video sono stati cliccati da 170 milioni di persone ed hanno fatto in fretta il giro del mondo. "Molti ci scrivono chiedendoci consigli. Un’azienda che produce magneti ci ha regalato una calamita un po’ più grossa di quella che usiamo abitualmente con il patto di mostrarla durante i nostri video".
Quella dei due giovani studenti varesini è una pratica in uso da diversi anni negli Stati Uniti sotto il nome di “magnet fishing“. In Italia per ora sono ancora in pochissimi a praticare questo tipo di pesca che vista con gli occhi di oggi ha anche un risvolto green. "Con la nostra attività contribuiamo a ripulire il lago da tutti i rottami ferrosi che nel corso degli anni sono stati gettati nei fondali. Armi e munizioni le riconsegniamo alle forze dell’ordine mentre il resto lo portiamo in discarica". Persino una bomba della Seconda guerra mondiale ha abboccato all’amo di Riccardo e Marco. In quell’occasione dovettero intervenire gli artificieri dell’Esercito per far brillare l’ordigno. "Per noi è un divertimento – conclude Marco -, ma non è da escludere che si potrebbe trasformare in futuro in una startup per un’attività che sappia trasformare una passione in un lavoro".