GIANMARCO AIRAGHI
Cronaca

Varese, restyling da cinque milioni per il castello di Belforte

Presentato a Palazzo Estense il progetto di recupero: l’edificio partecipa alla nuova edizione del bando promosso dalla commissione europea

Il castello di Belforte

Varese, 24 dicembre 2019 - Il castello di Belforte in Europa. È stato presentato ieri a Palazzo Estense "Coltures", il progetto per il recupero dell’edificio storico varesino, che parteciperà alla quinta edizione del bando UIA (Urban Innovative Actions), promosso dalla commissione europea. Un corposo dossier di 142 pagine, redatto in inglese, che mira a trasformare l’immobile in una struttura multifunzionale.

Un polo socioculturale, destinato a diventare il motore del quartiere e un importante punto di riferimento per il capoluogo. Per realizzare ciò è stato chiesto il massimo importo erogabile dal fondo europeo per lo sviluppo regionale ed urbano, pari a 5 milioni di euro. Quattro dei quali saranno destinati agli interventi edili. L’ambizioso disegno ha ottenuto la collaborazione di 18 partners, provenienti da settori diversi: dall’università Insubria e il liceo artistico Frattini, all’ente parco Campo dei Fiori, alle associazioni culturali del territorio e alla limitrofa parrocchia del Lazzaretto. Un consenso trasversale, che dovrà servire a battere la concorrenza di altre 221 città, tra cui rientrano Parigi, Barcellona, Stoccolma, Cracovia e, in Italia, Torino, Genova e Lecce. Per provare a superare gli altri candidati il Comune ha cercato di sviluppare una delle linee direttrici del bando, ossia l’approccio integrato alla cultura, che richiede ai partecipanti di unire la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale alla promozione delle periferie e all’inclusione sociale. Il punto di partenza per la riqualificazione è quello di creare un circuito museale integrato con Villa Mirabello e il museo Castiglioni di villa Toeplitz, con un biglietto unico per i tre plessi. Successivamente al primo piano si costruirebbe uno spazio per conferenze, mostre e laboratori, inserendo in unica location le numerose associazioni bosine, che ad oggi si ritrovano dislocate nell’area cittadina. Un passaggio, che coinvolgerà anche le scuole, che potranno trovare una nuova sede ove svolgere attività didattiche. "Un’idea interessante - commenta il presidente della commissione cultura del consiglio comunale Francesco Spatola - sarebbe quella di creare, durante i lavori, un cantiere aperto ove possano assistere i ragazzi delle scuole tecniche, imparando le tecniche della manodopera qualificata". Un altro elemento nevralgico sarà l’attenzione all’ambiente.

Al castello sono infatti annessi 5 ettari di terreno: la metà dei quali sarà convertita in azienda agricola biologica e in orti botanici e sociali, mentre la porzione rimanente sarà adibita a zona boschiva. Ad essere definito è anche l’organigramma che si prenderà cura del piano. La direzione sarà affidata ad un project manager, da assumere tra le figure esterne all’amministrazione, che seguirà le direttive di un comitato guida composto dai 18 partners aderenti, coadiuvato da un comitato di coordinamento generale composto dagli stakeholders (trenta enti che daranno un sostegno esterno all’iniziativa e tra i quali rientrano anche la Regione, la Provincia e il Jrc di Ispra). La chiave di volta sarà rappresentata però dagli ingenti oneri di restauro: "Per avanzare bisognerà prima mettere in sicurezza l’intero complesso - spiega Spatola - per questo abbiamo deciso di coinvolgere subito le associazioni in modo da mostrare alla Commissione Ue come potrà essere il futuro del castello". Entro giugno si saprà l’esito della procedura di affidamento del bando. "Se andrà male l’aggiudicazione? L’interesse del Comune non cesserà e cercheremo altre risorse presso soggetti diversi o utilizzando altri strumenti quali l’art bonus", chiosa Spatola.