LORENZO CRESPI
Cronaca

Cassano Valcuvia, i ragazzi del Grotto: in cucina con il Sorriso

Un ristorante che impiega camerieri e cuochi affetti da disabilità: "Qui capovolgiamo la prospettiva delle persone"

Le cucine del ristorante

Cassano Valcuvia (Varese), 1 marzo 2020 - È una storia di buona cucina, passione e inclusione quella de “Il Grotto del Sorriso”, ristorante solidale di Cassano Valcuvia. Un’attività gestita dalla cooperativa sociale Costa Sorriso, che ha dato il via al progetto nel 2016. "Nella nostra cooperativa ci occupiamo di ragazzi con disabilità – racconta la presidente Cristina Dedè – alcuni di loro avevano frequentato la scuola alberghiera e fatto esperienze nei bar della zona. Abbiamo deciso così di partecipare a un bando che dava in gestione i locali di un ristorante". È nata in questo modo un’avventura che prosegue da quattro anni: dopo la sosta invernale, in cui si è rifatto il look, il grotto ha riaperto i battenti nel mese di febbraio. Sono una decina i giovani impegnati, che si occupano sia del servizio in sala sia di bar e cucina. Sono ragazzi con disabilità intellettiva o relazionale, sindrome di Down oppure autistici.

Al loro fianco un gruppo di volontari e la nuova cuoca, Ombretta Briani, che ha sostituito Giorgio Bardelli, ritiratosi in pensione. La chef punta su una cucina del territorio rivisitata con fantasia e in una chiave moderna. Per i ragazzi lavorare a stretto contatto con i clienti è una palestra importante. "Sono molto entusiasti di lavorare qui – continua la responsabile della cooperativa – Di solito svolgono un anno di tirocinio da noi e se poi migliorano sono pronti per approdare in strutture meno protette. Facciamo un po’ da trampolino di lancio". Il ristorante è aperto solo al weekend: venerdì sera, sabato sera e domenica tutto il giorno. Si trova in un’ambientazione molto tranquilla e suggestiva, a contatto con la natura della Valcuvia. Il pubblico risponde molto bene alla proposta del locale, sia per quanto riguarda chi conosce già il progetto sia per gli ospiti che invece capitano per caso.

"Spesso le aspettative sono più basse rispetto al servizio offerto – racconta Cristina Dedè – ma siamo un ristorante vero e proprio, con i ragazzi che hanno competenze che forse non tutti si aspettano". Anche il rapporto con il territorio è buono, anche grazie a collaborazioni frequenti con altre associazioni ed enti no profit. Al grotto si possono assaggiare i prodotti locali, come i formaggi di capra e la selvaggina. E al di là dell’aspetto strettamente gastronomico il locale punta molto anche sull’intrattenimento, con eventi musicali e serate a tema. Una cena al Grotto del Sorriso è un’esperienza importante da vivere, in cui si può imparare molto dai giovani lavoratori del ristorante. "Ci piace cambiare la prospettiva delle persone – osserva la presidente del sodalizio – e l’immagine che un normodotato ha di un disabile. Qui si può capire che non si tratta solo di un soggetto da assistere, ma che può dare ed essere partecipe attivamente della propria vita". Oltre al ristorante la cooperativa si occupa di servizi educativi, con i ragazzi che svolgono attività in autonomia; come prendere l’autobus da soli, imparare a stirare, lavare e fare pulizie.