
Nicola Poliseno
Cassano Magnago (Varese), 17 febbraio 2021 - Nuovi guai giudiziari per il sindaco di Cassano Magnago, Nicola Poliseno, che da qualche giorno è nuovamente iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di truffa ai danni dello Stato e appropriazione indebita, nel proseguo di un fascicolo di inchiesta firmato dal pm di Busto Arsizio Nadia Calcaterra. Poliseno, che già risulta indagato insieme ad altri politici locali e non, per un presunto macchinamento in seno alla realizzazione di un supermercato della catena Lidl a Cassano, e la presunta mancata esecuzione delle opere accessorie, stavolta deve rispondere di qualcosa inerente alla sua attività professionale di commercialista. Stando a quanto emerso dalle indagini, svolte in parte dalla Guardia di Finanza, durante l’emergenza Covid-19, come molti altri professionisti, avrebbe chiesto ed ottenuto la cassa integrazione per la sua unica dipendente. Una prassi comune, che si sarebbe concretizzata in quattro diversi contributi da parte dello Stato, per circa quattromila euro in totale. Peccato che, secondo gli inquirenti, la suddetta dipendente avrebbe continuato serenamente a lavorare, come la stessa ha confermato al magistrato quando è stata sentita in qualità di testimone. Non solo, secondo gli accertamenti svolti dagli inquirenti sui movimenti bancari effettuati dal primo cittadino di Cassano, per pagare l’affitto del suo studio professionale, nel 2019, Poliseno avrebbe usato il denaro del coordinamento cittadino di Forza Italia, che invece servirebbe per sostenere le spese dell’attività politica della struttura. A dirlo, secondo quanto emerge dalle carte, sono le matrici degli assegni recuperati durante le indagini. La querela per questo tipo di reati è di parte, la magistratura, trovate le prove, ha quindi aperto la strada a chi parte del coordinamento decidesse di sporgere denuncia. A quanto emerso il sindaco di Cassano è già stato interrogato dal magistrato, al quale ha risposto fornendo le proprie motivazioni in merito all’accaduto. L’avvocato di Poliseno, Federico Papa, sostiene che si tratti meramente di errori e che l’interrogatorio in Procura sia stato chiesto espressamente da Poliseno a seguito delle prime accuse relative la trance “Lidl”. "Il mio assistito ha versato comunque lo stipendio alla sua assistente – afferma – quando a gennaio si è reso conto che presenze e assenze non erano più quantificabili, ha chiesto l’annullamento della cassa a gennaio, prima ancora di sapere di essere indagato". Relativamente al denaro del coordinamento cittadino, Papa ha spiegato che Poliseno si sarebbe "banalmente confuso, perché ha un suo conto personale nello stesso istituto di credito", ed avrebbe quindi staccato "tre assegni convinto che fossero del suo conto personale".