LORENZO CRESPI
Cronaca

Casa della Comunità. Presidio di protesta e sindacati all’attacco: "Curarsi è un diritto"

Presente anche il segretario generale della Cgil di Varese Stefania Filetti. Elencate le richieste per migliorare la sanità a partire dalle liste d’attesa. .

Casa della Comunità. Presidio di protesta e sindacati all’attacco: "Curarsi è un diritto"

Lo scorso 12 settembre le proposte referendarie sul tema della sanità sono state rigettate dal consiglio regionale. In tutta la Lombardia parte dunque ora una campagna di sensibilizzazione rivolta alla cittadinanza. A Varese il via è stato ieri, con un presidio promosso davanti alla Casa della Comunità da parte di Cgil Varese, Fp Cgil Varese, Spi Cgil Varese e alcune associazioni: Arci, Acli e Medicina Territoriale. "Il consiglio regionale ha negato il referendum: per questo ricorreremo al Tribunale Amministrativo - dicono i promotori - riteniamo di dover proseguire una battaglia che incide profondamente sul diritto alla salute". I rappresentanti del sindacato intervenuti al presidio, a cui ha partecipato anche il segretario generale della Cgil di Varese Stefania Filetti (sotto nella foto), hanno elencato una serie di problematiche da affrontare per migliorare la sanità, a partire dalla questione delle liste d’attesa. Dedicata proprio a questo aspetto la prima di due proposte immediate: la richiesta è quella di attuare un centro di prenotazione unico per tutte le strutture pubbliche e private accreditate, con agende per le prenotazioni sempre aperte. La seconda proposta invece chiede di attuare le norme esistenti che garantiscono ai cittadini le prestazioni nei tempi prescritti dai medici di medicina Generale riducendo gradualmente le prestazioni in libera professione. Quindi l’elenco si completa con altri otto suggerimenti indirizzati a Regione Lombardia. Al presidio varesino anche il consigliere regionale del Partito Democratico Samuele Astuti. "La nostra è una battaglia per la democrazia - ha detto - curarsi è un diritto che non può essere messo in discussione dalle inefficienze della Regione o dal business che ruota intorno al privato". Un altro aspetto su cui intervenire, sottolineato sia dai sindacati che da Astuti, è quello del peggioramento delle condizioni di lavoro degli operatori sanitari, così come il ricorso massiccio ai "medici gettonisti". La mobilitazione diffusa in tutta la Lombardia si conclude oggi con una manifestazione a Milano.