ROSELLA FORMENTI
Cronaca

Cardano: bimbo "violento", i compagni tornano in aula

Cardano, l’altro giorno i genitori avevano tenuto a casa i figli per chiedere sicurezza. Il dirigente: "Servono aiuti per una scuola inclusiva"

Il sindaco Maurizio Colombo

Cardano al Campo (Varese),  6 novembre 2019 - Ieri mattina sono tornati a scuola i bambini della classe terza elementare di un istituto di Cardano al Campo, che i genitori l’altro giorno avevano deciso di tenere a casa. Un’azione di protesta di 13 famiglie per sollecitare attenzione nei confronti di una situazione non più tollerabile, la convivenza dei loro figli con un compagno con problemi comportamentali. Una situazione sfociata anche in episodi molto preoccupanti per la sicurezza degli alunni. Con una lettera aperta avevano motivato la loro decisione auspicando l’intervento degli organismi competenti per riportare un clima sereno. Ieri i loro figli sono tornati a scuola mentre le famiglie attendono risposte rispetto alle richieste, a tutela della sicurezza e della serenità in classe. Una vicenda delicata della quale si è subito occupato il dirigente della scuola. Racconta il dirigente: «Mi sono occupato della situazione appena chiamato alla dirigenza a Cardano al Campo, i genitori mi hanno segnalato il caso e i problemi per il comportamento dell’alunno. Una situazione complessa, forse trascurata in passato. Mi sono attivato con tutti i soggetti istituzionali competenti per trovare una soluzione, dovendo garantire il diritto all’istruzione dell’alunno diversamente abile e nello stesso tempo la sicurezza dei compagni». Il primo intervento è stato da parte della scuola: «Ho messo a disposizione un insegnante in più - continua il dirigente - per aiutare il bambino, ma non è sufficiente. Da soli non possiamo affrontare la situazione e dare quelle risposte che le famiglie hanno chiesto. Abbiamo bisogno di aiuto da parte dei soggetti che hanno gli strumenti per intervenire, sostegno di cui ha bisogno anche la famiglia che si è mostrata collaborativa».

Il dirigente scolastico non nasconde l’amarezza di fronte a una vicenda così delicata: «Credo in una scuola inclusiva, che garantisca il diritto all’istruzione a ogni alunno. Ma nel caso in questione diventa impossibile l’inclusione se non ci sono gli interventi adeguati di sostegno che aiutino il bambino, in alcuni momenti incontrollabile e quindi fattore che crea disagio nella classe, ne scardina l’equilibrio. Per questo capisco la decisione delle famiglie che l’altro giorno hanno tenuto a casa i loro figli, ma voglio anche ribadire che sono vicino a tutti i genitori, con la volontà di riportare serenità e tranquillità tra i bambini. Un obiettivo che è possibile raggiungere con l’impegno di tutti». Nel frattempo l’Ats a cui aveva fatto la segnalazione, fa sapere sempre il dirigente, «ha compreso la complessità del caso, per questo ha inviato un osservatore nella classe». La speranza è che la scuola non sia più lasciata sola. Sul caso ha avviato un approfondimento l’Ufficio scolastico provinciale. Il sindaco Maurizio Colombo ha incontrato di recente il nuovo dirigente scolastico: «L’ho subito apprezzato per l’attenzione e l’impegno a favore della scuola - fa sapere Colombo -, da parte della mia amministrazione confermo la vicinanza alle famiglie, alla scuola e la disponibilità ad assicurare sostegno in questo momento delicato». Una vicenda da cui purtroppo emerge la solitudine degli insegnanti e della scuola, le cui richieste di aiuto non sempre vengono ascoltate. Una scuola che non vuole escludere ma chiede azioni e strumenti per garantire quell’inclusione indispensabile per la crescita anche dei bambini più problematici perché non si può essere “mostri” a 8 anni.